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Caso Regeni, Gentiloni: «Serve collaborazione seria da parte…

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intervista a radio rai

Caso Regeni, Gentiloni: «Serve collaborazione seria da parte dell’Egitto»

«Per noi il ritorno alla normalità» delle relazioni con l'Egitto «dipende da una collaborazione seria» sul caso Regeni. A dettare le condizioni minime per la ripresa del dialogo tra il governo italiano e quello del Cairo è il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni nel corso di un'intervista a “Voci del Mattino” (Radio Rai). Sul caso del giovane ricercatore italiano rapito nella capitale egiziana a fine gennaio e ritrovato cadavere una settimana dopo «purtroppo siamo ancora in una situazione in cui la nostra ricerca di verità non ha avuto risposte soddisfacenti», ha sottolineato Gentiloni, garantendo però che «il trascorrere del tempo» non diminuirà «l'attenzione dell'Italia».

Pressing continuo per la verità «ma non sarà facile»
Al momento le relazioni tra i due paesi sono di forte tensione, al punto che Roma ha richiamato l'ambasciatore italiano al Cairo, «gesto molto forte nei rapporti tra Stati». Gentiloni ha poi assicurato che il nostro paese continuerà «ad esercitare una pressione diplomatica perché si arrivi alla verità, ma sappiamo che non sarà facile», e che le risposte ricevute finora da parte delle autorità egiziane non sono affatto «soddisfacenti».

Cotatti tra procure in corso ma Italia ancora insoddisfatta
Il ministro degli Esteri ha ricordato di parlato del caso Regeni «anche a Lussemburgo» con gli altri ministri degli Esteri europei e di aver riscontrato «una consapevolezza generale del fatto che si sia trattato di un caso gravissimo, anche per le modalità terribili in cui è avvenuto». Ma, ha aggiunto Gentiloni «non siamo ingenui» e «sappiamo che in questo raffreddamento delle relazioni tra Italia ed Egitto ci sarà qualcuno che cercherà di inserirsi per conquistare relazioni privilegiate nei rapporti con l'Egitto». Resta il fatto che, ha concluso il ministro degli Esteri, «l'Egitto ha promesso collaborazione che finora è stata assolutamente inadeguata. So che sono in corso contatti tra le procure e mi auguro che l'attività della Procura di Roma possa riavviare qualche contatto utile ma nel frattempo manteniamo una posizione di insoddisfazione».

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