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Istat: a marzo la disoccupazione scende all’11,4%: è…

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stima ISTAT DI MARZO

Istat: a marzo la disoccupazione scende all’11,4%: è ai minimi dal 2012. Giù anche quella giovanile

IL CALO DEGLI OCCUPATI
Tasso di disoccupazione in percentuale sulla forza lavoro (Fonte: Istat)

Buone notizie dal fronte del lavoro. A marzo il tasso di disoccupazione è risultato infatti pari all'11,4, in diminuzione di 0,3 punti percentuali su febbraio. In cifre assolute, secondo i dati diffusi oggi dall’Istat, i disoccupati scendono di 63mila unità (-2,1%) e il calo riguarda sia gli uomini (-2,1) che le donne (-2,2%). Quanto al tasso di disoccupazione dei 15-24enni, cioè la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi (occupati e disoccupati), questa si è attestata al 36,7%, -1,5% sul mese precedente e 5,4 punti sull’anno. Anche qui si tratta del livello piu' basso dal 2012. Ugualmente in calo la stima degli inattivi 15-64 anni , scesi dello 0,3% (-36 mila). Rispetto ai tre mesi precedenti, nel periodo gennaio-marzo 2016 si registra un calo dei disoccupati (-0,5%, pari a -15 mila) e degli inattivi (-0,3%, pari a -43 mila).

IL PIL DELL'AREA EURO

Il tweet di Renzi: «Dati dimostrano che che #jobsact funziona»
Il miglioramento registrato dalla disoccupazione rimbalza immediatamente sui social, con il premier Matteo Renzi pronto a twittare: «I dati del lavoro? Dimostrano che #jobsact funziona: #italiariparte grazie alle riforme e all'energia di lavoratori e imprenditori #segnopiù». Assai positiva anche la sintesi del responsabile Economia del Pd Filippo Taddei, secondo cui la stima Istat registra «meno disoccupati ed inattivi, e più occupati». Si tratta, secondo Taddei, di « segnali coerenti nell'indicare una ripresa del mercato del lavoro (calo contemporaneo dei disoccupati e inattivi) e dell'aumento della occupazione. Il tasso di disoccupazione (11,4%) raggiunge il livello più basso dal 2012, mentre la disoccupazione giovanile in particolare, calando di oltre il 5%, scende anch'essa al livello più basso degli ultimi 4 anni». In altre parole, «asssistiamo ad un miglioramento del mercato del lavoro che coinvolge sia il numero di posti di lavoro che la loro qualità», proprio «il fine del jobs act insieme all'intervento di riduzione delle tasse diretto a chi lavora e produce».

A marzo 90mila occupati in più
Il dato sulla disoccupazione si rispecchia anche sul numero degli occupati. Dopo il calo di febbraio (-0,4%, pari a -87 mila), a marzo la stima degli occupati elaborata dall’Istituto di statistica è salita dello 0,4% (+90 mila persone occupate), tornando ai livelli di gennaio. L'aumento, secondo i dati diffusi oggi dall’Istat, riguarda sia i dipendenti (+42 mila i permanenti e +34 mila quelli a termine) sia gli indipendenti (+14 mila). La crescita degli occupati coinvolge uomini e donne e si distribuisce tra tutte le classi d'età ad eccezione dei 25-34enni. Il tasso di occupazione, pari al 56,7%, aumenta di 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente.

Occupati stabili nel primo trimestre: +0,1%, pari a +17 mila
I movimenti mensili dell'occupazione hanno determinato, nei primi tre mesi del 2016, una sostanziale stabilità del livello degli occupati (+0,1%, pari a +17 mila) rispetto ai tre mesi precedenti. L'unica componente che mostra una crescita congiunturale significativa è quella dei dipendenti permanenti, che aumentano dello 0,5% sul quarto trimestre del 2015 (+72 mila). Su base annua si conferma la tendenza all'aumento del numero di occupati (+1,2%, pari a +263 mila), che coinvolge soprattutto gli over 50. Sono in calo sia i disoccupati (-8,6%, pari a -274 mila) sia gli inattivi (-0,9%, pari a -125 mila).

Camusso: stucchevole gara a commentare prefissi telefonici
A fare da contraltare ai commenti tutti in positivo che arrivano da palazzo Chigi ci sono poi le parole della leader della Cgil, Susanna Camusso, seconco cui «è stancante ed inutile commentare i numeri» diffusi periodicamente dall’Istat sull’occupazione italiana, perchè assomiglia «a gara a commentare prefissi telefonici senza invece misurarsi con il fatto che non sta cambiando nulla di strutturale». A margine dell'assemblea Flai-Cgil, Camusso chiede quindi di «tornare a discutere di politiche, investimenti, di risposte da dare davvero».

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