Un ritorno da re non può che scatenare opinioni disparate e polemiche. Il trionfo di Alex Schwazer a Roma, nella prima gara dopo quasi quattro anni di squalifica, ha suscitato le reazioni contrastanti del mondo della marcia. Il parere più autorevole è forse quello di Robert Korzeniowski, leggenda polacca della specialità: "Non sono un giudice, so che sono state rispettate le regole e che ora è un atleta molto controllato - le sue parole -. Paradossalmente può diventare un ambasciatore dell'antidoping". Korzeniowski si sbilancia poi con un pronostico per Rio 2016: "Nella 50 km, in questo momento, vedo Toth (slovacco e campione del mondo in carica) un gradino sopra tutti. Poi Schwazer e Tallent, non troppo lontani. Diniz? E' il primatista del mondo, ma è reduce da un infortunio e bisognerà verificare quali saranno le sue reali condizioni a ridosso dell'Olimpiade". E Schwazer incassa anche il parere favorevole di un altro mito, l'ecuadoriano Jefferson Perez, che sul traguardo di Roma ha abbracciato il marciatore altoatesino. I prossimi rivali di Schwazer, però, non sono così aperti al suo ritorno. Le dichiarazioni di Jared Tallent sono ormai note, nella giornata di domenica è arrivato anche un tweet al veleno di Yohann Diniz: "Schwazer è tornato. E' un giorno triste per la marcia. Quel ragazzo è una brutta persona". Diversa invece l'opinione di Toth, forse l'avversario più duro da battere a Rio 2016: "Personalmente sono per la squalifica a vita in caso di doping - ha spiegato lo slovacco -. Ma le regole sono queste e per me Schwazer sarà un avversario come tutti gli altri, se sarò sconfitto non tirerò mai in ballo il passato".
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