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ministero dello sviluppo

Dal piano «Manifattura Italia» alla «Finanza per la crescita», i dossier aperti al Mise

Carlo Calenda, nuovo ministro dello Sviluppo economico  (lapresse)
Carlo Calenda, nuovo ministro dello Sviluppo economico (lapresse)

L'assenza di un titolare al ministero dello Sviluppo economico, dopo le dimissioni di Federica Guidi formalizzate il 31 marzo, ha di fatto congelato le scelte politiche di maggiore peso strategico: rinviata la presentazione del piano Manifattura Italia, sospese le decisioni più delicate sul disegno di legge concorrenza e sulle misure da inserire nel prossimo decreto per la crescita “Investment compact 2”.

Il piano Manifattura Italia
Già alla fine dello scorso anno la Direzione per la politica industriale e la competitività aveva elaborato un piano per la digitalizzazione del sistema industriale, poi battezzato “Manifattura Italia”, la cui presentazione dopo vari rinvii alla fine era stata prevista per il 29 aprile, nell'ambito delle iniziative dell'Internet day annunciato da Renzi. Ma l'assenza di un ministro titolare al momento ha fatto accantonare il progetto. Persa così l'occasione di inserire subito anche l'Italia nell'avanguardia dell'Industry 4.0, un obiettivo al quale l'Unione europea ha appena dedicato un piano da 50 miliardi, tra risorse pubbliche e private, e che vede la Germania paurosamente in vantaggio.

Il ddl concorrenza
La nomina del nuovo ministro è indispensabile anche per far ripartire l'iter parlamentare del disegno di legge concorrenza adottato dal governo oltre un anno fa. Il provvedimento, di cui Guidi aveva assunto il coordinamento, giace in commissione Industria al Senato dallo scorso 14 ottobre, con tutti i suoi nodi ancora da sciogliere. Ad esempio su notai e farmacie. E il suo vistoso ridimensionamento rispetto alle ambizioni iniziali è stato anche oggetto di esplicite critiche della Commissione europea, con tutti i suoi nodi ancora da sciogliere.

La legge annuale per la Pmi
Per non parlare della legge annuale per le Pmi.Era pronta per essere esaminata a Palazzo Chigi già a fine 2014. È ancora nel cassetto. Un provvedimento che, con misure ad hoc, mira a semplificare la burocrazia per le piccole imprese.

Il decreto Finanza per la crescita
Tempi ancora più stretti impone la preparazione del decreto “Investment compact 2” o “Finanza per la Crescita” atteso entro la promavera, che dovrebbe contenere misure per agevolare l'accesso delle imprese al credito alternativo alle banche e per facilitare l'attrazione di investimenti. La proposta forte dell'ex ministro Guidi era una nuova forma di detassazione degli utili reinvestiti, ma non si può escludere che il successore spinga invece per altre iniziative di sviluppo. Dal testo dovrebbe uscire il corposo pacchetto di semplificazioni fiscali (su tutte l'eliminazione delle comunicazione beni ai soci e operazioni con i paesi black list) destinato a confluire in un Dlgs correttivo della delega fiscale.

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