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Sei agli arresti domiciliari

La ministra Guidi scrive a Renzi: mi dimetto. La telefonata al compagno indagato: «L’emendamento passerà»

La ministra dello Sviluppo economico, Federica Guidi, ha deciso di dimettersi dal suo incarico nel governo dopo l'intercettazione inserita negli atti dell'inchiesta della magistratura di Potenza sullo smaltimento dei rifiuti legati alle estrazioni petrolifere.
«Caro Matteo sono assolutamente certa della mia buona fede e della correttezza del mio operato. Credo tuttavia necessario, per una questione di opportunità politica, rassegnare le mie dimissioni da incarico di ministro. Sono stati due anni di splendido lavoro insieme. Continuerò come cittadina e come imprenditrice a lavorare per il bene del nostro meraviglioso Paese», scrive Guidi nella lettera inviata al presidente del Consiglio Matteo Renzi e pubblicata sul sito del ministero dello Sviluppo economico.

«Cara Federica ho molto apprezzato il tuo lavoro di questi anni. Serio, deciso, competente. Rispetto la tua scelta personale sofferta, dettata da ragioni di opportunità che condivido: procederò nei prossimi giorni a proporre il tuo successore al capo dello Stato. Nel frattempo ti invio un grande abbraccio. Continueremo a lavorare insieme perché l'Italia sia sempre più forte e solida. A presto, Matteo», ha risposto in serata il premier .

Le dimissioni di Guidi sono giunte al termine della stessa giornata in cui l’inchiesta sulla gestione dei rifiuti liquidi prodotti dal Cova (Centro Olio Val d’Agri) di Viggiano, in provincia di Potenza, nell’ambito della concessione «Val d’Agri», hanno portato a sei arresti domiciliari: l'ex sindaco di Corleto Perticara, Rosaria Vicino (Pd), e cinque dipedenti dell'Eni: Vincenzo Lisandrelli, Roberta Angelini, Nicola Allegro, Luca Bagatti e Antonio Cirelli (tutti sospesi dalla compagnia). Due imprenditori sono stati sospesi dalla loro attività per sei mesi e un dirigente della Regione, Salvatore Lambiase, ha ricevuto il divieto di dimora, misura comminata anche all'ex vicesindaco di Corleto Perticara, Giambattista Genovese. Nell'inchiesta in totale gli indagati sono 60: tra questi Gianluca Gemelli, titolare di due società del settore petrolifero.

«E poi dovremmo riuscire a mettere dentro al Senato, se è d'accordo anche Mariaelena, quell'emendamento che mi hanno fatto uscire quella notte, alle quattro di notte», diceva Guidi al telefono, a proposito dell'emendamento che il governo stava per inserire nella Legge di Stabilità relativo ai lavori per il centro oli della Total in contrada “Tempa Rossa”, a Corleto Perticara (Potenza), nei quali Gemelli stesso aveva interesse essendo alla guida di due società del settore petrolifero.

Sono due i fronti d’indagine: da un lato le emissioni in atmosfera e lo smaltimento dei rifiuti del Centro Olio di Viggiano (Potenza) - con “gravi reati ambientali causati dal management dell'Eni” - e dall’altro le opere per la realizzazione del Centro Olio “Tempa Rossa” della Total, nell'area di Corleto Perticara (Potenza) e gli episodi di corruzione che hanno coinvolto amministratori pubblici e imprenditori.

Fra gli indagati, anche Gianluca Gemelli, imprenditore e compagno della ministra dello sviluppo economico Federica Guidi. Il reato contestato dai pm è quello di traffico illecito di influenze. Stando agli atti d'indagine Gemelli aveva un obiettivo: essere inserito nella “bidder list” dell'azienda petrolifera Total. Un modo per ottenere sub-appalti per milioni di euro. L'accordo è stretto, per la Procura della Repubblica di Potenza, con Giuseppe Cobianchi, dirigente Total. In cambio, è l'ipotesi della magistratura, Gemelli si attiva per indurre il ministro Guidi a far inserire un emendamento nella Legge di Stabilità del 2015, per snellire gli iter del progetto Tempa Rossa di Total. Un progetto che già era stato inserito nel decreto Sblocca Italia.

Il giudice per le indagini preliminari scrive negli atti: «Non essendo stato possibile farlo “passare (l'emendamento, ndr)” nel testo del decreto “Sblocca Italia”, il Governo (per iniziativa del ministro Guidi con l'intesa del ministro Boschi, “è d'accordo anche Mariaelena”) lo aveva sostanzialmente riproposto nel testo del disegno della Legge di Stabilità, finendo con l'essere - unitamente alla legge di Stabilità - approvato a fine dicembre 2014. Il nuovo tentativo di inserimento, infatti, aveva esito positivo». La stessa Guidi, stando al contenuto delle intercettazioni, precisa al compagno lo scorso 13 dicembre che «dovremmo riuscire a mettere dentro al Senato se... è d'accordo anche Mariaelena la... quell'emendamento che mi hanno fatto uscire quella notte. Alle quattro di notte... Rimetterlo dentro alla legge... con l'emendamento alla legge di stabilità e a questo punto se riusciamo a sbloccare anche Tempa Rossa... ehm... dall'altra parte si muove tutto!». E alla richiesta di Gemelli se «l'emendamento» riguardasse Total, il ministro afferma «certo, per questo te l'ho detto».

In serata l’Eni ha annunciato che la produzione di petrolio in Val d'Agri - pari a 75 mila barili al giorno - «al momento è sospesa». La compagnia petrolifera chiederà alla magistratura, alla quale darà «la massima collaborazione», la «disponibilità dei beni posti oggi sotto sequestro».

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