Nel giorno del crollo di Tom Dumoulin, la maglia rosa torna a parlare italiano. Gianluca Brambilla è il vero protagonista dell’8° tappa da Foligno ad Arezzo; in fuga per ben 166 chilometri, riesce a staccare i compagni d’avventura, esaltarsi sulle rampe sterrate dell’Alpe di Poti e volare in discesa fino al traguardo di Arezzo. Una prestazione molto bella del ciclista della Etixx-Quick Step (la stessa squadra del velocista Marcel Kittel) che già in primavera aveva dato segnali di buona condizione; era tra i più arrabbiati quando gli organizzatori della Tirreno-Adriatico hanno cancellato una tappa per le condizioni meteo perché convinto di aver chance di vittoria finale. Quella di ieri è stata una sorta di ricompensa.
Brambilla, dunque, in maglia rosa. Per ritrovare un italiano ai vertici della classifica generale del Giro bisogna tornare al 2015 con Fabio Aru e prima ancora al 2013 con Vincenzo Nibali.
L’altro protagonista, in negativo per lui, è stato Dumoulin staccato sulla strada bianca dell’Alpe di Poti e incapace di risalire dalle posizioni di retroguardia. È arrivato al traguardo con quasi tre minuti di distacco da Brambilla, mentre tutti gli altri big - a cominciare da Alejandro Valverde ieri molto attivo - hanno perso un minuto e 41 secondi dal vincitore. Sulla prestazione di Dumoulin bisogna capire se si tratta della caduta verticale di un giorno oppure se l’olandese ha risparmiato le forze per puntare sullo cronometro di oggi, suo obiettivo dichiarato. Sull’Alpe di Poti è stata battaglia vera. Nibali ha tenuto le ruote di uno scatenato Valverde, Mikel Landa è apparso non brillantissimo ma nel finale è riuscito a rimanere con i migliori. Con i migliori è rimasto sempre Ilnur Zakarin (ora secondo nella classifica generale): il ciclista russo potrebbe essere una sorpresa di questa Giro. Tornando a Nibali non deve sfuggire il fatto che il siciliano si sia ritrovato senza squadra nel finale; non ha potuto contare sull’aiuto del compagno Jakob Fuglsang ma essere rimasto da solo non è bel indizio in vista delle tappe di montagna. È riemerso Moreno Moser, ieri terzo al traguardo. Il corridore trentino era considerato più di una promessa a inizio carriera ma poi si è perso per strada.
Grande folla di spettatori e appassionati lungo le strade della Toscana anche se non sono mancati episodi di autentica stupidità da parte di tifosi che hanno gettato manciate di chiodi nel punto più insidioso dello sterrato.
E oggi è il giorno della crono nelle terre del Chianti: 40,5 chilometri da Radda a Greve, un percorso con continui saliscendi che possono determinare distacchi importanti. Il favorito è, ovviamente, Dumoulin ma sono curioso di vedere se Fabian Cancellara è riuscito a recuperare dopo il malessere intestinale dei giorni scorsi e se sarà competitivo su un tracciato adatto alle sue doti di cronoman.
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