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Dossier Wellens, fuga ok. La prima salita è amara per Nibali

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    Dossier | N. 23 articoliGiro di parole

    Wellens, fuga ok. La prima salita è amara per Nibali

    • –di Giorgio Squinzi
    Vincenzo Nibali (LaPresse)
    Vincenzo Nibali (LaPresse)

    La salita di Roccaraso ha fornito un primo, seppur parziale, responso sulle velleità di classifica dei migliori; un responso purtroppo non favorevole per gli italiani. Ha vinto Tim Wellens, un solido ciclista belga, che ha portato a buon fine la fuga staccando tutti sulla lunga ma non irresistibile salita finale (17 km con una pendenza media del 4,8%). Ma la notizia di giornata è il cedimento di Vincenzo Nibali nei confronti della maglia rosa Tom Dumoulin che ha guadagnato altri 21” sul siciliano. Mi è sembrato preoccupante il distacco accusato soprattutto per il modo in cui è maturato. Nibali ha provato ad attaccare a 2,5 km dal traguardo per essere poi però rimbalzato e retrocesso alle spalle di altri big, a cominciare dall’olandese maglia rosa. Il fatto di non essere riuscito a tenere il ritmo può essere il chiaro segnale di una preparazione ancora insufficiente anche se il successo finale al Giro si gioca sulle tre settimane di corsa. Ma sull’opaca performance del corridore italiano potrebbero aver inciso anche le condizioni meteo (soprattutto le basse temperature) abbastanza inusuali in questa stagione in Centro Italia.

    Ma credo che ci siano altri fattori. Sono rimasto piuttosto perplesso dalle dichiarazioni del preparatore atletico dell’Astana, Paolo Slongo, che sosteneva di aver cambiato la lunghezza delle pedivelle, un fatto sorprendente per un ciclista dell’esperienza di Nibali. Non ultima pesa l’incertezza sul suo futuro e sulle ricorrenti voci di mercato: cambierà squadra o resterà all’Astana ma con una formazione indebolita? Voci e sussuri che segnano le condizioni psicologiche di un ciclista. Mi auguro che quella di ieri sia soltanto una battuta a vuoto e si esaurisca in una brutta giornata.
    Wellens ha vinto in solitaria ma va sottolineata la prova di Dumoulin che non solo ha reagito al timido attacco di Nibali ma ha finito per staccare i migliori e rifilato 11” a Rigoberto Uran e Rafa Majka, 14 ad Alejandro Valverde e 21 a Mikel Landa.

    Oggi nuova frazione (211 km da Sulmona a Foligno), con un percorso ondulato e finale, almeno sulla carta, per velocisti. Sono, però, convinto che la lunghezza di queste prime tappe (insieme agli effetti delle condizioni meteo) possa farsi sentire sulle gambe dei corridori. L’ultima volta che il Giro è arrivato a Foligno ha visto il successo dello sprinter francese Nacer Bouhanni; oggi la situazione potrebbe essere diversa e non essere così scontata la vittoria di un big delle volate.

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