Il Tesoro ha conferito una quota del 35% in Poste Italiane alla Cdp tramite un aumento di capitale riservato da 2,9 miliardi di euro della Cassa. È quanto si legge in una nota secondo cui la partecipazione sarà assegnata alla gestione separata di Cdp. L'attività di indirizzo e di gestione della partecipazione continuerà ad essere esercitata dal Mef. Si ritiene che l'operazione non determini l'insorgere di Opa obbligatoria ai sensi dell'articolo 106 del Testo unico di Finanza (Tuf).
Quota restante 29,7% Poste andrà sul mercato
Il Ministero dell'economia intende collocare sul mercato la quota di Poste (quotata a piazza Affari nell'ottobre scorso) di cui resta in possesso dopo l'operazione di conferimento a Cdp, pari al 29,7% del capitale. Il collocamento di questa quota avverrà secondo i criteri che verranno deliberati dal prossimo Consiglio dei Ministri con apposito Dpcm. Se il ministero mandasse a buon fine l'operazione entro quest'anno potrebbe incassare circa 5,6 miliardi di euro.
Accelerazione sulle privatizzazioni
Il ministero dell'Economia accelera dunque il processo delle privatizzazioni, forse anche in risposta alle sollecitazioni che sono arrivate in questo senso dall'Unione europea la settimana scorsa e dal Fondo monetario internazionale ieri. D'altra parte, il ministro Padoan ha confermato a Bruxelles la volontà di raggiungere nel 2016 l'obiettivo di privatizzazioni pari allo 0,5% del Pil (per una cifra di circa 8 miliardi di euro), nonostante sia venuta meno la transhe legata a Fs, che ora va sostituita. Il senso del nuovo passaggio delle azioni di Poste alla Cassa (il 35% della società dei recapiti era stato ceduto alla Cdp, che l'ha poi ripassato al Tesoro nel 2010) risiederebbe nell'intenzione di spostare il controllo della società al gruppo di via Goito e affidare ad essa il compito di indirizzo sull'universo postale.
La privatizzazione di Poste
La privatizzazione di Poste è iniziata a fine 2015 con l'Ipo del 12 ottobre, quando il Tesoro ha ceduto al mercato il 34,7% del capitale (38,2% con la green shoe) della sua controllata al 100%, incassando più di 3 miliardi di euro. Ai valori attuali un nuovo collocamento potrebbe far incassare al Mef dai 2,5 ai 3 miliardi di euro. Nella giornata di oggi l'Assemblea di Cdp ha approvato il bilancio di esercizio al 31 dicembre 2015, che presenta un utile netto di 892.969.789 di euro. Agli azionisti (Mef e Fondazioni) sarà distribuito un dividendo di 852.636.613 di euro. Al ministero dell'Economia andrà un dividendo di circa 683 milioni.
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