
I due marò non saranno alla parata del 2 Giugno ai Fori Imperiali. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, intervistato dal Tg5.
«No, Girone non sarà con noi alla parata. Lo abbiamo riportato a casa con il buon senso, quello che è mancato anche ad alcuni nostri governi che ci hanno preceduto negli anni scorsi», dunque «la gioia di aver riportato a casa i due marò non può essere esibita come bandierina politica».
«Buon senso significa, in questi giorni, consentirgli di stare con la sua famiglia, consentire di vivere con gioia la festa delle Forze Armate, perche' saremo tutti felici di non avere piu' due nostri maro' in territorio straniero, ma contemporaneamente anche evitare di vivere questa fase senza sobrieta' e senza stile. Io - ha aggiunto Renzi - ieri non sono andato all'aeroporto ad accogliere Girone, e non perche' non sono felice di riabbracciarlo, ma perche' in passato troppo spesso si e' strumentalizzata la vicenda dei maro'. E allora ho continuato i miei impegni. Ma la gioia di aver riportato a casa i due maro' non puo' essere oggi esibita come bandierina politica. Buon senso e determinazione, cosi' va avanti l'Italia».
Salvatore Girone è da ieri in Italia, dove è arrivato con un volo militare all'aeroporto di Ciampino. Un applauso ha salutato i primi passi sul suolo italiano del fuciliere di Marina che, sorridente, ha salutato con le mani incrociate in segno di vittoria. Ad accogliere il marò la moglie Giovanna, i figli Michele e Martina e il padre Michele, che erano arrivati a Ciampino già da mezzogiorno con un volo della Marina Militare. Con i familiari anche i ministri della Difesa e degli Esteri, Roberta Pinotti e Paolo Gentiloni. «Oggi è un elemento di gioia il ritorno a casa di Salvatore Girone», il commento del premier Matteo Renzi.
Salvatore Girone - tornato in Italia dopo quattro anni di permanenza in India - è poi rientrato a Bari con un aereo dell'aeronautica militare, in partenza da Ciampino secondo quanto ha reso noto il capo di gabinetto del ministro della Difesa Roberta Pinotti, il generale Graziani.
Il ministro ha postato su Twitter «Bentornato a casa, Salvatore #Girone!». E soddisfazione è stata espressa anche da parte del responsabile degli Esteri Paolo Gentiloni. «Anche #SalvatoreGirone finalmente in Italia. Un impegno preso dal mio primo giorno da ministro. Un impegno che continua».
La svolta nella lunga vicenda giudiziaria che si trascina da più di quattro anni si è avuta nei giorni scorsi con la decisione della Corte Suprema indiana che ha dato attuazione, come richiesto dall'Italia, alla decisione presa il 29 aprile scorso dal Tribunale arbitrale dell'Aja, secondo cui il fuciliere di Marina avrebbe dovuto attendere in Italia l'esito dell'arbitrato in corso sulla controversa questione che lo coinvolge insieme a Massimiliano Latorre.
Un lungo lavoro diplomatico
Latorre e Girone furono consegnati alla giustizia indiana il 19 febbraio 2012 con l'accusa di aver ucciso due pescatori indiani su un peschereccio, scambiati per due pirati al largo della costa del Kerala, nel sud dell'India. Massimiliano Latorre, colpito nel settembre del 2014 da un ictus in India, ha avuto il permesso di tornare in Italia per curarsi e si trova da tempo nel nostro Paese.
Il rientro in Italia di oggi di Girone viene da un lungo lavoro diplomatico e giuridico che segna un punto a favore del governo italiano in una vicenda lunga e complessa iniziata il 15 febbraio 2012 quando, al largo del Kerala, due pescatori indiani, Valentine e Ajeesh Pink, furono uccisi da colpi d'arma da fuoco. Secondo l'accusa indiana, a sparare furono i due fucilieri italiani dall'Enrica Lexie, un mercantile sul quale i militari erano di scorta.
Dopo che il mercantile italiano, su ordine delle autorità indiane, è attraccato nel Kerala, i due militari sono stati arrestati e accusati dell'uccisione dei due cittadini indiani. Ne è scaturita una complessa partita giuridica tra Italia e India su quale sia la giurisdizione - italiana o indiana - da applicare al caso.
L'Italia ha deciso di far ricorso al Tribunale arbitrale dell'Aja per dipanare l'intrecciata matassa e la corte ha deciso che, in attesa del giudizio di merito sulla giurisdizione da applicare, il marò potesse tornare in Italia, dove Latorre si trova già in Italia dal 2014 essendogli stato permesso il rientro per motivi di salute.
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