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La sconfitta del centrodestra «lepenista»

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L'Analisi|speciale comunali 2016

La sconfitta del centrodestra «lepenista»

Il centrodestra diviso non ha alcuna chance. È questa la prima risposta che arriva dal voto. Al di là del risultato più che lusinghiero ottenuto da Giorgia Meloni, il derby romano tra la leader di Fdi e Alfio Marchini, ovvero tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, si è risolto in una sconfitta per entrambi visto che a rimanere ancora in gara sono la candidata del M5s Virginia Raggi e il dem Roberto Giachetti. Al contrario, a Milano, dove l’alleanza ha retto, il centrodestra è pienamente in partita per la conquista di Palazzo Marino.

Salvini e Meloni rivendicheranno la migliore perfomance della loro coalizione rispetto a quella di Berlusconi e Alfano a sostegno di Marchini e attribuiranno al Cavaliere la responsabilità della disfatta del centrodestra nella Capitale. Ma è una linea difensiva miope, che appartiene a chi ragiona da minoranza. Quel che il voto dimostra è che una destra lepenista in Italia non ha possibilità di vincere. Anche perchè contrariamente ai cugini d’oltralpe, il voto di protesta qui non è prerogativa soltanto della destra ma anche e soprattutto del M5s. La Lega per diventare competitiva avrebbe dovuto assorbire l’elettorato dei delusi di Fi o erodere consensi ai grillini. Ma così non è stato perchè l’elettorato berlusconiano considera evidentemente non credibile la proposta politica di Salvini e il M5s è ritenuto più affidabile come interprete del malessere.

Il ruolo dell’ala moderata del centrodestra resta dunque essenziale per candidarsi a credibile alternativa di Governo e la prova è proprio la buona performance ottenuta a Milano dove, e anche questo non può essere sottovalutato, la Lega non è riuscita nel sorpasso di Fi e anzi è dietro di diversi punti. Così come non è decollata la lista «Noi con Salvini», che a Roma si è fermata attorno al 3% e probabilmente non riuscirà neppure a entrare nel consiglio comunale. Se il centrodestra è in partita per Palazzo Marino è dunque grazie all’unità della coalizione ma anche e soprattutto alla scelta di Parisi ossia di un candidato che si è ben guardato dall’indossare felpe e invocare ruspe. Al contrario a Bologna il ballottaggio ottenuto dalla leghista Borgonzoni (appoggiata da tuttoi il centrodestra) molto difficilmente può trasformarsi in una vittoria, anche perchè, contrariamente a quanto va dicendo Salvini per Roma e Torino, i grillini non sono disponibili a sostenere e quindi a legittimare un candidato che non sia del M5s.

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