Italia

Dossier A Milano l’80% dell’elettorato vota moderato

  • Abbonati
  • Accedi
    Dossier | N. 123 articoliElezioni comunali 2016

    A Milano l’80% dell’elettorato vota moderato

    Stefano Parisi e Beppe Sala si sfideranno al ballottaggio il 19 giugno
    Stefano Parisi e Beppe Sala si sfideranno al ballottaggio il 19 giugno

    Sostanziale pareggio a Milano. Con Stefano Parisi, candidato del centrodestra, dietro per una manciata di voti a Giuseppe Sala, candidato del centrosinistra. Un dato molto diverso da quello delle prime proiezioni delle ore 23, quando Sala era dato in vantaggio di almeno 4-5 punti percentuali.

    Dal quartier generale del centrosinistra c’era nella nottata sorpresa e nessun commento. Il candidato sindaco ha deciso di aspettare il dato definitivo. Parisi al contrario ha cominciato a rilasciare dichiarazioni subito dopo la chiusura delle urne, sottolineando che la città ha dato «un segnale per il cambiamento».

    A Palazzo Marino i dati sono stati aggiornati minuto dopo minuto, con i dati della prefettura. Ora si profila dunque un ballottaggio dall’esito incerto. Ci sarà da capire cosa faranno gli elettori del Movimento 5 Stelle, che a Milano non sfonda e si mantiene stabile intorno al 10%. Si ritiene che qui questi voti si spacchetteranno in tre parti durante il secondo turno: un po’ di elettori si asterranno; un po’ andranno a sinistra; un po’ a destra. Poi c’è il 3-4% di Milano in Comune, la lista civica di sinistra che potrebbe decidere di sostenere Sala al ballottaggio. Quindi è ancora difficile capire che cosa davvero accadrà il 19 giugno. Sicuramente la partita è ancora tutta aperta.

    I due ex city manager, Parisi e Sala, si sono spartiti l’elettorato equamente, proponendo programmi e parlando di futuro urbanistico della città, di fisco, di edilizia popolare ed emergenza immigrazione, oltre che di incentivi alle start up e di piani infrastrutturali. Entrambi hanno usato toni pacati durante la campagna elettorale, evitando di passare alle dichiarazioni esasperate, riconoscendo peraltro entrambi il buon governo di chi li ha preceduti.

    L’80% dell’elettorato ha optato per due coalizioni e due candidati moderati, preferendo i due partiti “tradizionali” delle coalizioni: il Pd è al 28% e Forza Italia oltre il 20%. Nel centrodestra era previsto un testa a testa tra Lega nord e Forza Italia, ma non è stato così: il Carroccio a Milano si ferma al 12%. Non sfonda, come detto, neppure il M5S. Nella città in cui ci sono programmi di governo credibili e un sostanziale benessere (complice l’Expo che ha fatto crescere il Pil, con una disoccupazione ferma all’8%), il linguaggio populista ha meno seguito.

    © Riproduzione riservata