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    Dossier | N. 123 articoliElezioni comunali 2016

    Politica e finanza, da Chiara Appendino primo attacco al «sistema Torino»

    Chiara Appendino  (Afp)
    Chiara Appendino (Afp)

    La Compagnia di San Paolo, che è il primo azionista della prima banca italiana. Iren, multiutility in espansione di cui la città di Torino è fondatore e tuttora principale socio. Chiara Appendino è partita dal bersaglio grosso. E per certi aspetti il più facile: al vertice della Fondazione e della società quotata ci sono due presidenti di freschissima nomina fassiniana, due nomine la cui opportunità aveva innescato diverse polemiche in campagna elettorale, da parte dei Cinque stelle e non solo. È normale che ora si ricominci di qui, auspicando un immediato passo indietro che probabilmente non arriverà (le regole non lo impongono e il buon senso neanche, considerato che di mezzo c’è il mercato), ma che lascia intendere il desiderio della nuova giunta di mettere pesantemente le mani nel “sistema Torino”.

    In realtà l’intreccio tra politica e finanza - per alcuni un punto di forza, per altri un circolo troppo chiuso - che dagli anni ’90 ha consentito alla città di trovare un nuovo baricentro di potere dopo il progressivo disimpegno della Fiat va ben oltre alla Compagnia e a Iren, è molto più ramificato ed è forse una delle poche leve che consente ancora a Torino di giocare partite di scala nazionale. La Compagnia, infatti, che a fine 2015 ha soffiato a Cariplo il primato tra le Fondazioni italiane per consistenza di patrimonio (oltre 7 miliardi), è azionista di Cdp e mantiene una grossa influenza su Intesa Sanpaolo, che è anche tra i principali titolari dei 2,9 miliardi di debiti del Comune di Torino: inevitabile una due diligence a cura del prossimo assessore al Bilancio, Sergio Rolando, che nel 2010 in Regione - da direttore - aveva fatto lo stesso con la Giunta Cota, vincitrice di un duello dalle molte analogie con queste comunali.

    Tornando alla Compagnia, anche alle prese con un’inedita polemica sui compensi, di qui al 2018 dovrà cedere un’ampia parte del suo 9,3% nella banca per rispettare la riforma concordata con il Mef: nelle casse dell’ente entreranno oltre due miliardi, che renderanno ancora più strategica e ambìta una poltrona, quella del presidente, che per prassi spetta proprio al Comune di Torino che nomina due consiglieri. Per prassi e non per statuto, motivo per cui ieri la Fondazione ha escluso cambi in corsa: il muro contro muro non conviene a nessuno (ogni anno la Compagnia eroga direttamente o indirettamente quasi 10 milioni a iniziative comunali), ma tra la neo inquilina di Palazzo Civico e Corso Vittorio ci sarà da trovare un equilibrio, in cui potrebbe inserirsi chi è stato domiciliato in entrambi gli indirizzi, Sergio Chiamparino.

    Probabile che le attenzioni della Appendino si spostino anche sull’altra fondazione cittadina, Cassa di risparmio di Torino. Se la galassia Intesa in passato è stata regno di Enrico Salza, l’asse Crt-UniCredit è tuttora ambito di competenza di Fabrizio Palenzona. In teoria qui i giochi per il vertice si potrebbero aprire a breve, quando - nel 2017 - scadrà il cda e con esso potrebbe uscire di scena anche il presidente Antonio Marocco: per la successione nei mesi scorsi si parlava ad esempio dell’ex sindaco Valentino Castellani o di altri nomi decisamente organici al “sistema Torino”, e così potrebbe veder salire le proprie chance un candidato non torinese, anche in coerenza con la valenza regionale dell’ente. In Crt come in Compagnia il Comune ha troppo da chiedere per poter forzare la mano - 5 milioni i contributi annui - e quindi probabile che si cerchi un equilibrio. Così come in Iren, dove ci sono onori e oneri: proprio ieri l’utility ha staccato al Comune un assegno da oltre 16 milioni sottoforma di cedole e con l’amministrazione vanta un credito di 180 milioni, oggetto di un esposto a Consob dei piccoli soci.

    Quanto sarà disruptive l’ondata Cinque stelle? Si vedrà presto. «Il mio auspicio è che con questo cambiamento si possa preservare la forza della città», ha sintetizzato ieri John Elkann, facendo gli auguri al nuovo sindaco. Il presidente Fca era alla presentazione di un progetto di Politecnico e Fondazione Agnelli dal titolo Innovation for Change: quasi una premonizione.

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