
LILLE - “Questa partita c'insegna che non basta vincerne un paio per sentirsi grandi; se non diamo sempre il 110% rischiamo di perdere la nostra identità”: dalla pancia dell'avvenieristico stadio “Pierre Mauroy” di Lille (a proposito: non sarà mica il caldo tropicale che si crea chiudendone il tetto a bruciarne l'erba?...), è Leonardo Bonucci a provare di tirar fuori una morale dalla straniante notte di Lille, che ci lascia in dote un ko indolore contro gli irlandesi, ma anche un'Italia incolore, che rende più opaca l'immagine di fresco riverniciata grazie alle vittorie contro Belgio e Svezia, e dietro l'angolo, in arrivo, c'è la Spagna.
Tra le poche buone notizie di giornata, almeno, proprio il fatto che Bonucci e Thiago Motta, a rischio squalifica, non siano stati ammoniti. “Dopo tre gare abbiamo un numero incredibile di ammoniti - graffia il ct Conte sibillino -. Mi sembra strano...è l'ammonizione a Barzagli di stasera l'arbitro se la poteva risparmiare...”. Ha visto (beato lui...) una buona Italia, il ct, ma l'evidenza è che una gara dura, interpretata però col freno a mano tirato come del resto doveva essere, ha prodotto una prestazione irrisolta, un'Italia a metà, lontana dalla sua anima più autentica. “Un'occasione persa per noi seconde linee? No, non sono d'accordo- puntualizza il viola Bernardeschi mentre, a fianco, gli passa l'irlandese Hendrick che divora una pizza e tracanna una birra! -. Abbiamo giocato al meglio su un campo impossibile, e accumulato minuti preziosi per entrare nel ritmo di questo Europeo”.
Thiago Motta, da parte sua, guarda già alla Spagna, con vitata di pietra seduta al tavolo della serata del “Maoury”:”Comunque vada lunedì a Parigi, sarà una grande partita, contro una delle squadre più forti al mondo. Paura? Perché dovremmo averne? Queste sfide sono il bello del calcio! E anche loro saranno preoccupati di dover affrontare noi... Le riserve non sono secondo voi all'altezza dei titolari? Rispetto la vostra opinione ma non la condivido!”. A chiosare, poi, il ricordo amaro della sconfitta per 4 a 0 a Kiev nel 2012: ”Giocai appena pochi minuti prima di infortunarmi - ricorda Motta -, oggi non provo rimpianto né risentimenti: voglio solo giocarmi questa nuova sfida, questa nuova opportunità”. Polvere di stelle, fu quella di un'Italia prandelliana illuminata dall'estero capriccioso e incompiuto di Balotelli e Cassano. Vediamo se quest'Italia operaia saprà regalarci un'impresa forgiata nel sudore e nel sacrificio.
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