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Il governo prepara un piano sul dossier banche

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Il governo prepara un piano sul dossier banche

(Imagoeconomica)
(Imagoeconomica)

Interventi diretti nel capitale degli istituti in difficoltà, la garanzia dello Stato con il coinvolgimento di Cassa depositi e prestiti per favorire le ricapitalizzazioni ma anche l’ipotesi di una possibile sospensione delle regole sul bail in e sugli aiuti di Stato. Il Governo è già al lavoro per studiare possibili misure per garantire un salvagente per le banche in difficoltà e per difendere i risparmiatori. «Siamo pronti a tutto», ha ribadito più volte lo stesso premier Renzi che oggi porterà il dossier sul tavolo del vertice con Merkel e Hollande.

Il piano allo studio
Da ieri notte gli occhi della task force del Governo sono puntati sui mercati e i primi segnali di questa mattina della borsa italiana non sono positivi. Dopo un avvio positivo a Piazza Affari, i titoli bancari hanno cominciato ad arretrare pesantemente. Da giorni il Governo ripete di essere pronto a usare qualsiasi misura per garantire la stabilità del sistema e «per tutelare i risparmiatori», come ha ribadito ieri il sottosegretario alla Presidenza del consiglio Claudio De Vicenti. Il piano per le banche - anticipato dal Sole 24 Ore di domenica scorsa - non esclude l’ipotesi di un intervento diretto di ricapitalizzazione dello Stato negli istituti di credito in difficoltà. Ma tra gli strumenti allo studio c’è anche le ricapitalizzazioni delle banche con la garanzia pubblica nelle quale coinvolgere Cdp e qualche investitore istituzionale. Nel dossier anche l’ipotesi di valutare possibili deroghe - già previste dalla disciplina in casi eccezionali - per le nuove regole sul bail in o sulle norme in materia di Stato. Temi di cui Renzi parlerà stasera con Merkel e Hollande.

Il dossier sul tavolo del vertice europeo
Il piano su cui hanno lavorato tutto il week end i tecnici di Palazzo Chigi e dell’Economia sarà portato dal premier Renzi sul tavolo del vertice europeo di ogggi e in particolare nell’incontro serale con la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande. Il dossier del Governo con il menù di misure allo studio si aggancia all’articolo 107 del Trattato Ue che ritiene compatibili gli aiuti di Stato «destinati ad ovviare ai danni arrecati da eventi eccezionali». Un caso, questo, che sembra ricorrere in piano per gli effetti del dopo Brexit che si stanno valutando in queste ore. Il vertice europeo di oggi sarà l’occazione anche per accelerare sul fronte del completamento dell’unione bancaria attraverso la garanzia europea dei depositi, ma anche per un’azione coordinata sul versante delle misure per sostenere la crescita.

Abi: potenzialità per affrontare crisi da sole
«A differenza di altri paesi le banche italiane hanno la capacita e le potenzialità per affrontare questa crisi da sole». Così il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini, a margine del consiglio nazionale della Fabi sul possibile intervento pubblico a sostegno delle banche dopo il referendum sulla Brexit. «Il tema da guardare - ha spiegato - sono i fondamentali delle banche che hanno avuto riconoscimenti nazionali e internazionali sulla solidità, hanno rafforzato i coefficienti patrimoniali e di liquidità e stanno affrontando il problema dei crediti deteriorati». Sabatini ha poi spiegato che «sul settore si riflette la crisi di un’Europa che non cresce. Il nostro obiettivo prioritario è perciò promuovere la crescita ostacolata da una incertezza di normativa e da un eccesso di regole che frenano il ruolo delle banche per finanziare imprese e famiglie. L’Abi opera per avere un quadro stabili e coerente per favorire la crescita», ha concluso il direttore generale dell’associazione bancaria. Tra l’altro - fa sapere sempre l’associazione - Il Comitato di Presidenza dell’Abi oggi ha sollecitato una urgente riunione della Federazione bancaria europea sul tema della Brexit.

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