
Decidere se cambiare o meno l'Italicum, proprio nei giorni in cui la nuova legge elettorale è diventata applicabile a partire dalla prossima chiamata alle urne (è entrata in vigore il 1° luglio). Questo il tema che occupa i pensieri del premier Matteo Renzi, che si prepara a dare battaglia alla prossima Direzione del partito convocata lunedì prossimo alle 15 per un confronto che si preannuncia infuocato sui risultati delle ultime Amministrative. Elezioni che hanno visto i dem perdere colpi e grillini conquistare la guida di grandi città come Roma e Torino. E il clima politico, poco favorevole al governo in carica, potrebbe peggiorare ulteriormente in occasione del referendum confermativo della riforma costituzionale in calendario ad ottobre.
Delrio: ottima legge che garantisce governabilità
Ufficialmente, la linea del premier-segretario è quella di confermare, senza se e senza ma, le nuove norme elettorali varate nel 2015 che hanno preso il posto del famigerato “Porcellum”. Per questo, lo stesso Renzi questa mattina ha ritwittato il titolo dell'intervista al Corriere della Sera di Graziano Delrio - #Italicum è un'ottima legge che garantisce governabilità - in cui il ministro delle Infrastrutture rispedisce al mittente (Sinistra Italiana in particolare) la responsabilità di una modifica che appare assai complicata: «Se qualcuno vuole cambiarla e proporre una legge migliore, lo faccia. Ma a pochi mesi dal referendum, mi pare un esercizio molto complicato trovare una maggioranza».
Stato maggiore dem arroccato in difesa
Oltre a Delrio, schierati in difesa della nuova legge elettorale anche altri colonnelli del partito, come il capogruppo della Camera Ettore Rosato, impegnato ieri a sminuire i rischi connessi alla mozione, presentata da Sinistra Italiana e inserita nel programma dei lavori di settembre della Camera, che impegna il Parlamento a cambiare alcuni aspetti ritenuti incostituzionali dell'Italicum. Intervenendo ieri al convegno organizzato dai comitati referendari della riforma costituzionale Rosato ha escluso ogni «intreccio pericoloso della legge elettorale con il ddl Boschi: «Anzi, l'Italicum garantisce governabilità e rappresentanza e la riforma costituzionale va nella direzione di rendere le istituzioni più sobrie ed efficienti».
Il peso dei sondaggi
Se questa è la linea ufficiale, in molti, anche in casa Pd, scommettono sull'ipotesi che alla fine Renzi - dopo aver aperto uno spiraglio nelle ultime ore - decida di promuovere davvero una modifica delle norme elettorali (come sollecitato anche da Forza Italia e l'alleato di governo Ap-Ncd, che punta una crisi post referendum). Con un occhio in particolare agli ultimi sondaggi, che vedono il Pd in picchiata e il M5S in grande ascesa, prospettando uno scenario politico che, con le regole dell'Italicum alle urne premia soprattutto i grillini. A rendere difficile un cambio di rotta sono però gli stessi grillini, che negli ultimi giorni non hanno perso occasione per attaccare a testa bassa Renzi. L'accusa: tramare nell'ombra per modificare l'Italicum, norma da loro sempre avversata, ma ora difesa perchè possibile autostrada per il governo. Per Renzi, un buon motivo per non forzare le cose e attendere le mosse dei nemici dell’Italicum.
La sfida alla direzione Pd
Piu’ che probabile, quindi, che alla Direzione dem di lunedì Renzi si presenti deciso a lasciare ad altri il cerino delle modifica all'Italicum. Che, come ogni legge ordinaria, può essere cambiata in Parlamento a condizione di trovare una maggioranza disponibile. Insomma, sarà sfida aperta all'opposizione ma anche alla minoranza interna. Critica da sempre con l'Italicum ma ora tentata di spodestare il premier segretario puntando su una debacle al referendum di ottobre.
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