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Renzi, referendum cruciale per credibilità della politica. Se…

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alla direzione del pd

Renzi, referendum cruciale per credibilità della politica. Se vince no presa d’atto anche per le Camere

Il referendum sulle riforme è un passaggio «cruciale non per i destini di qualcuno ma per la credibilità di una classe dirigente». «C'è qualcuno tra voi che pensa sinceramente che, dopo che la legislatura è nata e ha fatto ciò
che ha fatto, in caso di 'no' al referendum, il presidente del Consiglio, e io penso anche il Parlamento, non ne possa prendere atto?»È il messaggio forte ribadito dal premier e segretario Dem, Matteo Renzi, aprendo questo pomeriggio a Roma la direzione del Pd.

Il problema del referendum è quel che accade all'Italia e alla classe politica. Non in una logica di minaccia, del “ricordati che devi morire” o dell'andrà tutto male. Altri stanno dicendo che in caso di sconfitta c'è la
recessione, ma non è la mia linea. Io faccio il discorso in positivo: con il “Si” si aprirebbe la più bella pagina di autoriforma di una classe politica in occidente».

Chi vuole io lasci chieda Congresso e lo vinca
«Credo che ci sia bisogno di una grande chiarezza tra noi, se volete che io lasci non avete che da chiedere un Congresso e possibilmente vincerlo, in bocca al lupo» ha poi aggiunto e sulle polemiche legate al doppio incarico la replica è stata chiara: «Non c'e' che promuovere una modifica statutaria e farla approvare».

Renzi ha poi ammesso: «Avverto la responsabilità di questo passaggio importante per la vita del nostro partito e vorrei offrire un'occasione di dialogo molto sincera, molto profonda e molto franca. Siamo alla prima direzione Pd - ha spiegato - dopo le amministrative che non sono andate bene, ma anche la prima dopo Brexit, dopo la più grande strage di civili italiani all'estero, dopo un G7 chiave per la crescita, e dopo la mobilitazione del nostro gruppo dirigente su tasse e jobs act. Il tutto durante una raccolta firme per un referendum cruciale non per i destini di qualcuno ma per la credibilità di una classe dirigente».

Stagione difficile ma scommetto sarà protagonista

Il premier ha poi ribadito: «sono pronto ad ascoltare, ma anche a difendere la dignità di questa comunità, l'unica in cui si discute in modo franco e per questo viene rappresentata in modo macchiettistico. Litigano tutti i partiti e quelli che lo sono in modo meno tradizionale lo fanno ancora di più, ma al chiuso delle stanze. Il punto è che loro fingono di essere una falange e appaiono come tali, mentre noi valorizziamo troppo spesso ciò che ci divide» ha sottolineato Renzi ammettendo la difficoltà del momento. «C'è fuori un mondo che chiede al Pd
se ha le idee chiare, quella che si apre è una stagione difficile e affascinante nella quale scommetto sul fatto che il Pd possa essere protagonista e non comparsa».

Banche: Renzi, salvati correntisti,critiche indecenti

«In questi due anni molte polemiche contro il nostro partito nascono» dalla questione banche, ma «trovo assolutamente ingiustificate le polemiche che anche alcuni di noi hanno fatto riprendendo uno storytelling Cinque Stelle» ha spiegato il premier rivendicando l’azione di Governo sulle banche salvate.
«Se si avesse avuta la forza e l'intelligenza di tenere la politica fuori dalle banche prima di quando lo abbiamo fatto noi, perchè noi lo abbiamo fatto, non si sarebbero verificati casi - ha poi contrattaccato - come quello della Banca121 o di Mps. Detto questo noi i risparmi li salviamo».

Ricordando gli interventi fatti in altri Paesi europei prima dele nuove regole sul bail in, Renzi ha aggiunto: «Chi allora aveva responsabilità di governo poteva immaginare un intervento per salvare le strutture del credito. Ecco perchè andiamo a salvare i conti correnti degli italiani, prendendoci gli insulti della demagogia grillina. Spiace che anche altri cadano in questa lettura superficiale».
«Noi -ha sottolineato il premier - abbiamo fatto quello che dovevamo fare, e guardiamo a testa alta chiunque. Salvare i correntisti non significa fare gli interessi dei banchieri. Non abbiamo fatto sconti a nessuno, abbiamo commissariato le banche, e spiace che anche alcuni di noi scadano in uno storytelling molto Cinque Stelle, francamente indecente».

Bangladesh: Renzi, rispondere con nostri valori
Il terrorismo va combattuto «con le armi dell'intelligence» ma anche con «la difesa dei nostri valori» a partire dall'educazione ha detto Renzi a proposito dell'attentato a Dacca.

G7 a Taormina 26-27 maggio 2017,valori a centro
Un aspetto sul quale Renzi ha molto insistito. «Un euro alla sicurezza - ha detto nel suo intervento - e un euro alla cultura. Per noi è un passaggio del bilancio del paese ed e' una strategia di politica culturale di cui dovremmo essere orgogliosi e fieri». Ricordando la strage di Dacca ha poi aggiunto: «Ciò che accade va combattuto sotto il profilo militare della sicurezza e della intelligence. Ma c'e' una grande questione che porta alcuni dei nostri figli a scegliere la strada dell'estremismo folle proprio quando Daesh ha le prime difficolta'» sul campo. «Abbiamo una grande emergenza educativa» ha ribadito il premier.
Renzi ha ricordato che «nei prossimi mesi l'Italia avra' di fronte un triplete di opportunita': il G7 a Taormina il 26 e 27 maggio 2017. Abbiamo poi ottenuto che l'Italia faccia parte del Consiglio di sicurezza dell'Onu. Ed e' cruciale che l'Italia al G7 e all'Onu porti questi valori, questo approccio». E poi, osserva Renzi, «abbiamo ottenuto che il 25 marzo 2017, sotto la presidenza maltese, l'Unione europea venga a Roma a discutere del futuro dell'Unione. C'e' stato un tempo- conclude Renzi- in cui gli altri paesi ci prendevano in giro e ridevano di noi. Ma il fatto che l'Italia sia tornata autorevole non puo' bastarci».

Brexit farà più male ai britannici

«Ciò che è accaduto su Brexit farà più male ai britannici che a noi, in fin dei conti. E' un clamoroso errore del Regno Unito, l'Ue può cogliere l'occasione del referendum britannico per scrivere una pagina nuova» ha ribadito Renzi.

Renzi, errore sanzionare Spagna e Portogallo

L'Ue farebbe un «errore» a prendere sanzioni contro Spagna e Portogallo, Paesi «in procedura» di infrazione ha spiegato il premier alla direzione Pd: «Siccome non sono contenti i tecnici della commissione dei risultati, vogliono andare a sanzionare la Spagna e il Portogallo. Credo sarebbe un errore che la commissione rispondesse a ciò che è avvenuto a Londra immaginando sanzioni per questi due Paesi, che pure hanno fatto sacrifici su sacrifici». È necessario che l'Italia «faccia sentire la sua voce perché sia la crescita e non l'austerity alla base del futuro del nostro continente». Ma ha riconosciuto che «la flessibilità da sola non basta. Senza, staremo a leccarci le ferite, ma da sola non serve. Occorre indicare un progetto chiaro per l'Europa e portarlo avanti». Perché «l'Europa non è contro l'interesse nazionale, che difendo senza subalternità come è accaduto in passato. Tuttavia deve essere chiaro che ciò che può fare l'Italia non è riaprire le porte del passato, sulle banche o sulla legge Fornero. Il punto è che l'Italia deve proporre una agenda di sviluppo europea che
non può essere ignorata».

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