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relazione annuale

Agcom: per le Tlc ricavi a 52,6 miliardi (-1,2%). La banda ultralarga non decolla

(Fotolia)
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Nel 2015 il settore delle comunicazioni (tlc, media e servizi postali) ha registrato una contrazione dei ricavi dell'1% a 52,6 miliardi di euro, una caduta che rallenta rispetto agli anni precedenti. Per i quotidiani i ricavi calano del 5%, mentre la pubblicità sul Web cresce fino a raggiungere quota 1,7 miliardi nel 2015. Circa il 90% dei ricavi 2015 per le Tlc sono in mano ai tre big: Sky in testa, seguita da Mediaset e Rai. Ma in Italia l'uso della banda larga resta basso e c'è ancora un 8% di utenti italiani che non ha mai utilizzato Internet, una percentuale quasi doppia rispetto al 16% dell'Europa. Sono i principali dati contenuti nella relazione annuale dell'Agcom, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, presentata oggi a Montecitorio dal presidente Agcom Angelo Marcello Cardani.

Ricavi in calo
Nel 2015 il settore delle comunicazioni (tlc, media e servizi postali) ha registrato una contrazione dei ricavi dell'1% a 52,6 miliardi di euro. In particolare, le tlc sono scese dell'1,5% a 31,9 miliardi, con il fisso (-2,5% a 16,1 miliardi) che è sceso più del mobile (-0,5% a 15,7 miliardi); i media hanno registrato una contrazione dell'1,2% a 14,2 miliardi; i servizi postali sono invece cresciuti dell'1,8% a 6,4 miliardi. Il settore incide per oltre il 3% sul Pil.

Banda larga lontana da Ue
Anche se l'Italia nel 2015 è risalita di un gradino piazzandosi al 25esimo posto nell'indice Digital Economy and Society, la diffusione degli accessi a banda ultralarga secondo Agcom è ancora molto bassa (5,4% il numero di abbonati sulla popolazione contro il 30% dell'Ue, anche se in aumento rispetto al 2014, in cui la percentuale era ferma al 3,8%). Questo, nonostante la disponibilità dei servizi di accesso a reti fisse a banda larga abbia raggiunto il 99% delle abitazioni e quella a banda ultralarga sia passata dal 36% del 2014 al 44% del 2015.
Secondo la Relazione annuale dell'Autorità, i consumatori italiani continuano a preferire l'accesso alle reti mobili rispetto a quelle fisse (75% di diffusione contro il 53% degli accessi alla rete fissa a banda larga base, sintomo di un rallentato processo di convergenza rispetto all'Europa in cui gli indicatori sono pressochè equivalenti e pari al 72 e al 75%).

«Vigileremo su Enel»
E sul fronte banda larga l'Agcom «seguirà l'evolversi delle vicende connesse all'entrata di Enel, attiva nei settori dell'elettricità e del gas, nel mercato della banda ultralarga» ha detto il presidente Cardani, aggiungendo che «in tale ambito sarà rilevante la collaborazione con l'Autorità di settore, nonché la verifica dei possibili effetti concorrenziali nel caso di investimenti diretti della società nel settore delle tlc (vedi lo sviluppo di Enel Open Fiber e l'accordo con
Metroweb), anche in prospettiva della nuova analisi di mercato».

Per i quotidiani -5%, su la pubblicità Web
Secondo la relazione dell'Autorità, la crisi dell'editoria conferma nel 2015 il suo «carattere strutturale». I ricavi complessivi del settore quotidiani calano infatti del 5%, con una contrazione maggiore dei ricavi pubblicitari (-6%) rispetto a quelli che derivano dalla vendita di copie inclusi i collaterali (-4%).
Continua, invece, il trend positivo per la raccolta pubblicitaria sul web in Italia (unica eccezione la lieve flessione del 2013), che nel 2015 raggiunge un valore stimato pari a 1,708 miliardi di euro. Secondo Agcom il contributo più consistente deriva dalla pubblicità di tipo display e video, la cui quota sul totale, dal 2013, è stabilmente sopra il 50% e ha presentato un trend di ricavi in costante aumento; per il 2015, l'incremento stimato di questi ricavi è del 6%.
Ma il media che sta affrontando meglio la crisi del settore pubblicitario è la radio, che secondo i dati Agcom nel 2015 registra circa 650 milioni di euro di ricavi, con un aumento del 12% rispetto al 2014.

Resta il «digital divide»
Nel 2015 il 28% degli utenti italiani non ha mai utilizzato Internet, una percentuale quasi doppia rispetto al 16% dell'Europa. Sono i preoccupanti dati Eurostat citati dal presidente Agcom, Angelo Cardani, secondo il quale all'origine del ritardo dell'Italia nel digitale ci sono «due fattori determinanti: un minor livello di specializzazione e cultura digitale da un lato e l'invecchiamento della popolazione dall'altro». Ma in ogni caso questa arretratezza «è preoccupante e occorre provvedere» ha detto il presidente della Camera, Laura Boldrini, durante la presentazione della Relazione al Parlamento, spiegando che «l'accesso o il non accesso a Internet può essere il nuovo volto della diseguaglianza». La presidente della Camera ha anche lanciato anche un appello alla par condicio e alla corretta informazione in vista del referendum di ottobre: «La comunicazione e l'informazione giocano un ruolo importantissimo, strategico - ha detto - perchè si discute già delle conseguenze politiche della vittoria del Si o del No... fermiamoci! Dobbiamo parlare delle modifiche della Costituzione, dobbiamo parlare del merito, far capire cosa andremo a votare».
E il presidente Agcom è tornato a chiedere una riforma delle norme sulla par condicio: «È una legge vecchia e va rivista» ha detto.

Mercato tv, Sky resta sul podio
Secondo la fotografia scattata da Agcom un sistema tripolare domina ancora il mercato tv. Circa il 90% dei ricavi totali nel 2015, infatti, è detenuto dai tre big, a podio invariato: Sky resta regina con una quota del 32,5% (in calo di 1 punto sul 2014); Mediaset è ancora seconda con il 28,4% (+0,4%), tallonata da Rai con il 27,8% (+0,3%). Poi Discovery con il 2,3% (+0,3%) e il gruppo Cairo con l'1,5% (- 0,2%). Gli altri soggetti occupano insieme il 7,4% (+0,1%).

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