Lifestyle

Federer risorge ancora. E va in semifinale

  • Abbonati
  • Accedi
TACCUINO DA WIMBLEDON

Federer risorge ancora. E va in semifinale

Roger Federer (Lapresse)
Roger Federer (Lapresse)

Roger Federer, un tipo che di solito non si lascia andare ad eccessi verbali, ha parlato di “partita epica”. Non è poco per uno che ha già vinto 17 titoli dello Slam, di cui 7 qui a Wimbledon. Contro il croato Marin Cilic si trattava solo di un quarto di finale, ma alla fine si può dire che il campione svizzero sia scampato quasi miracolosamente all'eliminazione dopo che il rivale (nato a Medjugorje: che non sia devoto della Madonna locale?) ha avuto ben tre match point.

Federer si era trovato sotto due set a zero. Alla vigilia, aveva ricordato che Cilic lo aveva spazzato via due anni fa allo US Open e la partita sembrava avviata alla stessa conclusione. Il croato si era aggiudicato il primo set al tie break e il secondo in poco più di mezzora. Nel terzo, 3-3 e 0-40 sul servizio di Federer, Cilic si è mangiato tutte e tre le occasioni per chiudere, di fatto, l'incontro. Poco dopo, su un punto vinto, Federer, svizzero tedesco poliglotta, si è lasciato andare a una rara esclamazione in tedesco. “Jawohl!”. Per la verità, più che nella testa dello svizzero (”Ero in difficoltà permanente”, ha ammesso più tardi), qualcosa sembra essere scattato nel cervello del croato, forse la paura di vincere che a volte blocca il braccio dei tennisti.

Il Federer dimesso dell'avvio, troppo falloso soprattutto sul rovescio, si ricordava improvvisamente chi era: il più grande, secondo alcuni. Nel corso del quarto set, Cilic sprecava due match point, e, nel tie-break un altro. Pareggiato il conto dei set, lo stesso Cilic nel dopo partita ha riconosciuto di aver perso nel quinto set “la battaglia mentale” e ha ceduto di schianto. Game set and match Federer, nella maniera più rocambolesca. Il risultato finale 6-7, 4-6, 6-3, 7-6, 6-3. Per Federer vuol dire l'undicesima semifinale a Wimbledon, uno dei suoi tanti record, stavolta contro il canadese Milos Raonic. Il quale ha la potenza necessaria. Avrà anche la testa per battere Federer? Il sogno del campione svizzero, e dei romantici del tennis, un'altra vittoria in un torneo dello Slam e per di più sull'erba di Wimbledon, è ancora vivo.

La giornata che era cominciata sul Centre Court con una sorpresa quasi sfiorata, ha rischiato di chiudersi in modo ancor più clamoroso. Andy Murray, il beniamino di casa, che nel 2013 ha interrotto per la Gran Bretagna un'astinenza di 77 anni a Wimbledon nel singolare maschile, e che è diventato il favorito d'obbligo dopo l'eliminazione a sorpresa, al terzo turno, del numero uno del mondo Novak Djokovic, ha vinto in un batter d'occhio i primi due set contro il francese Jo-Wilfried Tsonga. Nel terzo e nel quarto, si è avviato verso lo stesso destino di Cilic. Con l'incontro tornato in perfetta parità, era Murray ad aver tutto da perdere. Ma, dopo una serie di battibecchi con l'arbitro, ha ritrovato la concentrazione, portandosi a casa il set decisivo 6-1. Lo aspetta una semifinale con Tomas Berdych. E domenica, sperano gli aficionados, un gran finale Federer-Murray.

© Riproduzione riservata