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Dossier Tappa e maglia gialla per un Froome lucido e coraggioso

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    Dossier | N. 16 articoliGiro di parole - Tour de France

    Tappa e maglia gialla per un Froome lucido e coraggioso

    Un attacco quando meno te l’aspetti. A sorpresa e soprattutto su un terreno considerato poco congeniale alle sue caratteristiche. Chris Froome ha fatto un’azione straordinaria pochi metri dopo il gran premio della montagna del Col de Peyresourde. Cogliendo tutti di sorpresa ha attaccato proprio all’inizio della lunga discesa (poco più di 15 chilometri) che porta all’arrivo di Bagnères-de-Luchon. Il britannico ha vinto la seconda tappa pirenaica con un vantaggio limitato (13 secondi sul gruppetto dei migliori) che gli ha consentito di conquistare la maglia gialla puntando così al terzo successo al Tour.

    Siamo solo alla prima settimana di corsa, ma alla luce della forza dimostrata ieri non riesco a vedere chi potrebbe contendergli il primato anche se rimangono tappe molto impegnative come quella di oggi con l’arrivo in salita ad Andorre Arcalis o l’ascesa al Mont Ventoux il 14 luglio e le Alpi. La frazione di ieri (184 chilometri e montagne mitiche come il Tourmalet) si è animata sull’ultima salita quando a scandire il ritmo ci ha pensato il team Sky facendo una prima selezione. A pagare è stato ancora una volta lo spagnolo Alberto Contador, oramai fuori classifica, mentre hanno resistito gli altri sfidanti come Nairo Quintana, Tejay Van Garderen e Romain Bardet.

    Si è difeso bene il nostro Fabio Aru che si è dimostrato reattivo anche se nell’ultimo attacco prima del Gran premio della montagna non ha seguito l’accelerazione improvvisa di Froome continuando però con regolarità fino a rientrare. Le nostre speranze si concentrano sul corridore sardo che può aspirare al podio. Chi invece ha nuovamente ceduto è stato Vincenzo Nibali, confermando quanto abbiamo detto nei giorni scorsi: il siciliano non è in condizione, deve rivedere gli obiettivi di conquista del suo secondo Tour, mettersi al servizio di Aru e prepararsi in vista dele Olimpiadi. La tappa dunque si è risolta nella discesa conclusiva con l’affondo inaspettato di Froome. Abbiamo visto l’inglese buttarsi a 90 all’ora seduto sul telaio.

    Impressionante la sua posizione e anche rischiosa ma certamente non inedita. Froome piuttosto ha dimostrato grande lucidità e sicurezza nel controllo della bicicletta sfruttando al meglio l’aerodinamica. Sono tutti elementi che depongono a favore dell’eccellente stato di forma del britannico. Lungo una discesa non particolarmente ripida ha raggiunto i 90 chilometri all’ora pedalando con straordinaria energia. Quanto a velocità non siamo a livelli record perché ricordo Rominger e Chiappucci scendere a 102-103 chilometri all’ora nella discesa del passo Furka in Svizzera durante il Giro del 1995. Andavano così forte che neanche le ammiraglie riuscivano a tenere il passo! E se ieri ci sono stati i primi seri assestamenti nella classifica generale uno scossone più significativo dovrebbe arrivare nella dura tappa di oggi da Vielha Val d’Aran ad Andorre Arcalis con un impegnativo arrivo in salita.

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