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Referendum, Renzi dice no allo spacchettamento: «Non sta in…

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sulle banche: accordo ue a portata di mano

Referendum, Renzi dice no allo spacchettamento: «Non sta in piedi»

«Un accordo compatibile con le regole attuali è assolutamente a portata di mano». Lo ha detto il premier Matteo Renzi, a Corriere.it, che dopo l’Ecofin di oggi giudica più vicina un’intesa europea sulla banche.

Nella Ue il problema non sono i correntisti italiani
«A mio giudizio il problema delle banche in Ue non sono le banche italiane», ha sottolineato il premier. «Io sono molto più preoccupato dei derivati delle banche di altri paesi che non dei debiti incagliati delle nostre banche», ha sottolineato. «Il problema non è la banca italiana. È un tema da affrontare, risolvere e ci sono tutte le condizioni, ma il problema del credito in Ue è un problema che riguarda l’approccio da seguire», ha detto il presidente del Consiglio a proposito di quanto ha scritto l’Economist nell'ultimo numero a proposito delle banche italiane.

Vogliamo che i correntisti siano al sicuro
La questione delle banche è un tema «che va affrontato e risolto e ci sono tutte le condizioni per farlo» anche attraverso interventi come quello delle fusioni. «Le banche devono fondersi, in particolare le banche popolari», ha detto Matteo Renzi. «Noi - ha aggiunto- vogliamo che i correntisti siano al sicuro».

Referendum: lo spacchettamento non sta in piedi
Lo spacchettamento del quesito referendario sulle riforme costituzionali «non sta in piedi», ha detto il presidente del Consiglio, riferendosi al referendum confermativo del ddl Boschi in programma in autunno. «Non è possibile fare un referendum a la carte», ha aggiunto. Renzi si è detto sicuro del voto positivo del militante medio del M5S: un elettore grillino «che può scegliere tra il Parlamento più costoso e uno più efficiente e che che cosa meno» alla fine «voterà per ridurre le poltrone», mentre «un parlamentare 5 Stelle che teme che gli portino via poltrona probabilmente voterà No».

Italicum: se Parlamento ha i numeri lo cambi
Altro tema dell’intervista a Beppe Severgnini l’ipotesi di modificare la legge elettorale, meglio nota come l’Italicum, entrata in vigore il 1° luglio scorso. «Per me la legge elettorale c'è. Quando siamo arrivati non c'era e noi abbiamo fatto una legge con cui chi arriva primo vince. A mio giudizio è un fatto positivo. Se il Parlamento è in condizioni di farne un'altra si accomodino, ma quando siamo arrivati non c'era legge elettorale», ha sottolineato il presidente del Consiglio Matteo Renzi. «Siam partiti da qui - ha aggiunto - da una legge che il suo ideatore definì Porcellum. Oggi c'è un sistema che funziona. Alcuni preoccupati dicono: possono vincere gli altri. Sì, si chiama democrazia».

Migranti, finora 15mila rimpatri: «Non è possibile accogliere tutti»
Facendo il punto sull’emergenza migranti il presidente del Consiglio ha ricordato che i rimpatri effettuati finora sono stati circa 15mila, di cui alcuni con molta probabilità rientrano in Italia. «Ma il punto è che i rimpatri devono essere gestiti dall'Ue non dall'Italia», ha insistito Renzi, auspicando «investimenti in Africa nell'arco dei prossimi anni». Poi il premier ha spiegato la linea sull’emergenza in atto: «Se scappi dalla guerra o da Boko Haram ti accolgo perchè siamo umani, ma non è possibile accogliere tutti».

No ai richiedenti asilo a spasso: «Facciano qualcosa»
Altro fronte su cui l’esecutivo è al lavoro riguarda la possibilità di utilizzare i migranti per lavori socialmente utili: «nell'immediato non possiamo tenere i richiedenti asilo 'strascicati' per strada. La soluzione da trovare in modo rapido è un meccanismo per cui permetti a chi è in attesa della richiesta d'asilo di fare qualcosa, un servizio alla comunità ma non possono stare da mattina a sera ad aspettare che accada qualcosa. Questo è un problema per loro ma anche per i cittadini e noi stiamo lavorando ad una soluzione».

Digitale, insediamento di Piacentini (Amazon) il 17 agosto
Nel corso dell’intervista live il premier ha poi respinto l’accusa di mettere solo gli amici nei posti di potere, citando l’esempio di Diego Piacentini, vice presidente di Amazon, che dal 17 agosto guiderà il settoire digitale in Italia: io non lo conoscevo, io ho cercato il più bravo di tutti». Piacentini, ha aggiunto Renzi, «è uno dei top di Amazon, io gli ho fatto un po' di corte, gli ho detto ”puoi venire a dare una mano all'Italia?” giocando sul ’giving back’, sull’idea americana che sia importante restituire qualcosa» al proprio Paese di origine. Piacentini, che prenderà possesso del suo ufficio a Plazzzo Chigi a metà agosto, avrà il «potere di uccidere gangli della burocrazia».

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