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Dossier Il Portogallo vince l’Europeo delle tradizioni sfatate

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Dossier | N. 34 articoliEuropei di calcio Francia 2016

Il Portogallo vince l’Europeo delle tradizioni sfatate

L'Europeo 2016 è arrivato all'atto finale: di fronte le nazionali di Francia e Portogallo. La prima prevedibile, visto che si tratta dei padroni di casa: e che quando organizza qualcosa, anche un torneo di briscola, da cinquant'anni a questa parte arriva sempre in fondo. Più difficile prevedere in finale il Portogallo, che nella sua storia non ha mai vinto nulla: nemmeno l'Europeo del 2004, organizzato in casa e vinto a sorpresa dalla Grecia.

Sulla carta la partita ha un esito scontato, perché la Francia è più squadra; perché sa giocare bene le due fasi; perché varia il ritmo più volte nel corso della partita; perché ha giocatori migliori e anche perché ha il vantaggio di giocare a Parigi. Il Portogallo non ha nulla di tutto questo: gioca un calcio lentissimo e soffre in difesa quando viene messo sotto pressione (anche se oggi recupera Pepe, fondamentale) ma soprattutto finora non è mai stato in grado di offrire variazioni di ritmo convincenti.

Allora perché credere che il Portogallo possa vincere? La risposta, gioco in contropiede a parte, è solo una e si chiama Cristiano Ronaldo. Il suo finora non è stato un grande Europeo, se così si può dire per un giocatore che ha messo la firma (segnando o servendo assist) in cinque gol su otto della sua squadra. Ma proprio questo ci dice di quale pasta sia fatto. Ronaldo è il prototipo del fuoriclasse moderno: e come tutti i fuoriclasse riesce a farti vincere anche quando meriti di perdere.

L'urlo della vittoria dei portoghesi in piazza

La chiave della partita, che racconterò come da abitudine in presa diretta accettando quindi il rischio di analisi e commenti smentiti alla prova dei fatti in pochi minuti, sarà il ritmo di gioco: la Francia di solito gioca lenta nella fase di costruzione, per poi accendersi con fiammate improvvise in attacco. Se la fase lenta sarà quella prevalente, accettando di condividere il gioco mortifero dei lusitani, la Francia potrà perdere. In caso contrario, con una gara veloce e un pressing alto dei padroni di casa, per il Portogallo ci sarà poco da fare. Ma ormai i giocatori sono in campo, senza sorprese nelle due formazioni rispetto a quanto atteso.

Francia subito aggressiva nelle prime fasi di gioco, una specie di fotopia della gara contro la Germania. Ma il primo tiro verso la porta è del Portogallo, che lancia Nani in contropiede: palla fuori, ma è il primo segnale di come verrà interpretata la gara. Francia in pressione, sui molti errori in disimpegno dei lusitani, e al sesto minuto è Griezmann a tirare, anche se la palla finisce lontanissima dalla porta difesa da Rui Patricio.

Ronaldo viene colpito duro da Payette all'ottavo minuto (l'arbitro inglese Clattenburg fa finta di non vedere) ma rientra in campo accolto di fischi della folla. Giusto in tempo per vedere i suoi compagni perdere un pallone che finisce sulla testa di Griezmann: Rui Patricio compie una grande parata e blocca il pallone anche sul calcio d'angolo successivo.

Undicesimo minuto, Cristiano Ronaldo zoppica ancora in modo vistoso. Le due squadre aggrediscono a centrocampo, ma la maggiore pericolosità della Francia si spiega con il fatto che inizia a farlo 20 metri più avanti rispetto a quanto riescano a fare i portoghesi. Per ora non si è visto Pogba, fresco di un'offerta del Manchester United alla Juventus (123 milioni di euro) per portarlo in Premier. Mi viene spontaneo pensare cosa accadrebbe se fossero ancora in circolazione giocatori come Pelé o Maradona.

Sedicesimo minuto: Ronaldo è a terra e piange, non ce la fa. Esce a chiede l'intervento del medico, per una fasciatura che gli possa stabilizzare il ginocchio. Questo è il brutto del calcio: un onesto picchiatore (Payet) può impunemente mettere fuori gioco il numero uno avversario. Viene da chiedersi chi abbia spiegato il regolamento a questo arbitro e a quello di Italia- Germania, capace di ben cinque cartellini gialli contro Buffon e compagni per interventi assai meno sanzionabili.

Ventunesimo minuto: si scalda Quaresma, ma Ronaldo è stoicamente in campo. Appena il pallone arriva dalle sue parti si vede che non riesce a correre, che zoppica per il dolore. Tenta un'ultima giocata in attacco, ma non c'è nulla da fare. Esce in barella e tra le lacrime, mettendo la fascia di capitano nelle mani di Nani. Siamo al 25esimo minuto. Tutti in piedi, tifosi francesi inclusi, a salutare il campione che esce. Adesso si tratta di capire se il Portogallo crollerà, perché la perdita è enorme, o se troverà energie e forze insperate come reazione all'accaduto. Certo che pensare al “Trivela” al posto di Ronaldo fa tremare chiunque. Anche perché il Portogallo non batte la Francia dal 1975. Vedremo.
Ventinove minuti di gioco, azione travolgente di Sissoko, palla in angolo. Dalla destra ci prova Pogba, ma viene fermato in fallo laterale sulla fascia sinistra. Rispetto all'inizio della partita funziona meglio la difesa portoghese, e per contro è diminuito il pressing francese: i padroni di casa stanno imitando in questo la gara di semifinale con la Germania. Con il vantaggio che, al momento dell'impostazione, il Portogallo sbaglia spesso.

Sissoko ci riprova al 33esimo, Rui Patricio si esibice in una grande parata. Passa un minuto e Clattenburg ammonisce il portoghese Cedric. Con lo stesso metro Payet dovrebbe essere negli spogliatoi a guardare la partita in televisione. Ma ormai la frittata è fatta. O per meglio dire l'ha fatta…

Otto minuti alla fine, Portogallo pericoloso ma Adrien Silva “sviene” al momento del tiro. Non appena i ritmi scendono i lusitani prendono il controllo della gara, perché sono maestri nel costruire una ragnatela di passaggi con la quale addormentare gli avversari. Si arriva così verso la fine del primo tempo, con due minuti di recupero giustificati dall'uscita dal campo di Cristiano Ronaldo. Da segnalare una reciproca e dura zuccata tra Quaresma ed Evra, ma almeno questa volte le barelle non servono. Ultima azione di marca portoghese, con un cross di Joao Mario verso il centro dell'area: purtroppo in mezzo non c'è più Ronaldo, Nani guarda il pallone che passa ma non interviene per deviare. Finisce il primo tempo: considerata la mazzata dell'uscita di CR7 risultato più che positivo per i lusitani.

Secondo tempo: nessun cambio per le due squadre. I portoghesi continuano nel loro progetto di gioco: far stancare la Francia e addormentare la partita il più a lungo possibile. Cinque minuti di gioco, il giocatore più attivo da inizio gara è Sissoko, ma anche lui fatica a sfondare le linee avversarie se è costretto a partire con un paio di portoghesi già addosso. Prova Pogba da fuori all'ottavo della ripresa, palla ampiamente fuori. Nella testa dei portoghesi, privati del loro fuoriclasse, il piano è chiarissimo e prevede due solo opzioni: sperare in un'azione estemporanea che sblocchi la partita, oppure trascinare la Francia il più lontano possibile. Fino ai supplementari e magari, meglio ancora, ai rigori. Intanto esce Payet ed entra Coman.

Adesso la gara è statica, la Francia si è fatta prendere da qualche minuto dal fraseggio malinconico dei lusitani. Proprio quello che dovrebbe evitare ad ogni costo. I palloni che arrivano sulle fasce, dove i difensori portoghesi lasciano volontariamente scivolare l'attacco francese, sono quasi sempre troppo lunghi e finiscono a lato. Altro tempo che passa, senza che nulla accada.

Al sedicesimo viene ammonito Joao Mario per un fallo netto, compiuto fermando un possibile contropiede di Giroud. Netto ma intelligente, a interrompere la costruzione del gioco fin dalla metà campo avversaria prima che l'azione possa diventare pericolosa. Al 18esimo Coman crossa dalla sinistra per Griezmann, che di testa devia alto sulla traversa sprecando una grande occasione per portare in vantaggio i padroni di casa. Due minuti dopo ci prova Coman da fuori, sbagliando la mira. Cosa manca alla Francia per bucare il muro portoghese? Semplice, manca Platini. O uno come lui, capace di inventare qualcosa di straordinario e fuori dagli schemi.

Venti alla fine, le squadre camminano. Per il Portogallo diventa facile chiudere gli spazi se i francesi devono partire ogni volta da fermi. Ci prova sulla destra Coman, ma la difesa portoghese lo accompagna verso la linea laterale quel tanto che basta a rendere inutile l'azione di sfondamento. Secondo sostituzione portoghese: fuori Adrien Silva, dentro Moutinho.

Quindici alla fine, Giroud ha una palla d'oro sul destro ma Rui Patricio para ancora un volta. Senza dubbio per ora è lui il migliore in campo dei lusitani. Ci provano Sanches e Joao Mario, ma in mezzo non c'è nessuno a cui passare la palla.

Doppio cambio al minuto 79: fuori Giroud e Sanches, dentro Gignac ed Eder. Per il Portogallo entra quindi un centravanti vero, alto e capace di tenere impegnata la difesa avversaria. Da un cross sbagliato doppia occasione per Quaresma e Nani, Lloris para due volte. All'83esimo gran tiro da fuori di Sissoko, Rui Patricio risponde e respinge il siluro tuffandosi sulla destra.
Adesso il Portogallo è molto lungo, soprattutto i tre attaccanti (Quaresma, Eder e Nani) restano troppo alti e aprono spazio davanti alla linea di centrocampo. Ma così facendo, d'altro canto, costringono i centrocampisti francesi a restare arretrati, trascinando Sissoko in una zona del campo dove non può partire in modo pericoloso con le sue classiche sgroppate offensive.

Scocca il novantesimo, tre minuti di recupero prima dei possibili supplementari: il primo traguardo del Portogallo si avvicina. Secondo minuto di recupero, occasione per Gignac che si gira a tre metri dalla porta e batte a colpo sicuro. Nulla da fare per Rui Patricio, ma questa volta ci pensa il palo a salvare il Portogallo. Sul rimpallo Griezmann non interviene. Eupalla in questa occasione ha tifato Portogallo. Fine dei 90 regolamentari, Clattemburg fischia e manda le squadre ai supplementari. Per i lusitani è la terza volta in questo Europeo.

Primo supplementare, i portoghesi pensano soprattutto a chiudere gli spazi e a tenere il ritmo basso. I francesi, che li attendono nella propria metà campo sperando che si scoprano, non fanno altro che semplificargli il compito. Pepe sfiora il gol colpendo di testa al quinto minuto, ma è in netto fuori gioco. Clattemburg ammonisce Guerreiro: ad ammonizioni siamo 3 a 1 per il Portogallo. Eder da quando è entrato continua a subire falli che fanno respirare i suoi compagni: sull'ennesimo colpo ricevuto costringe l'arbitro ad ammonire Matuidi. Poco dopo è la volta di Carvalho, che abbatte Coman a metà campo, finire sul taccuino del direttore di gara: siamo al nono minuto del primo supplementare.

Calcio d'angolo per la Francia, batte Griezmann ma i lusitani spazzano l'area. Palla ancora ai francesi che insistono sulle fasce, Pogba ottiene un altro angolo battuto troppo lungo da Griezamnn. Si gioca a una porta sola, ma tutto sommato Pepe e compagni riescono a mantenere un assetto ordinato che costringe i padroni di casa a giocate difficili.

Dodicesimo minuto, ribaltamento di fronte. Solito Eder che tiene bene palla e conquista un calcio d'angolo. Quaresma butta nel mezzo, Eder colpisce di testa e Lloris (sorpreso) deve compiere un miracolo per salvare sulla linea di porta. Portogallo vicinissimo al vantaggio. Fine del primo supplementare: siamo ancora a reti inviolate.

Ultimi 15 minuti di gioco, solo la Francia ha ancora un cambio a disposizione ma Deschamp tiene in campo gli stessi uomini. Forse anche lui inizia a pensare ai rigori. Passano due minuti, punizione per i lusitani su un clamoroso errore dell'arbitro: batte Guerreiro che centra in pieno la traversa a Lloris battuto.
Terzo minuto del secondo supplementare: Eder conquista un pallone sulla fascia destra, lo difende come ha dimostrato di saper fare da quando è entrato e sferra un tiro che si infila nell'angolo basso sulla destra di Loris. Uno a zero, Francia ammutolita e Portogallo a dieci minuti dalla storia, dalla prima vittoria in una competizione internazionale. E per di più senza Ronaldo e dopo 41 anni senza vittorie contro la Francia.

Sei alla fine, ammonito anche Pogba: adesso la Francia è nervosa e fallosa, non riesce a reagire e rischia anche di subire il raddoppio in almeno un paio di occasioni. Scocca il 120esimo, due di recupero per le speranze francesi, due di recupero per il sogno portoghese. I primi 60 secondi passano senza che accada nulla, Martial tira a 30 secondi dalla fine ma è in netto fuori gioco.
Ronaldo è in campo, davanti alla panchina. Clattenburg fischia, 70mila francesi ammutoliscono e lo stadio si tinge di rosso. Portogallo campione con pieno merito.

L'Europeo del 2016 si chiude così: è stato il torneo delle tradizioni sfatate. L'Italia ha battuto la Spagna, la Germania ha eliminato l'Italia, il Portogallo ha battuto la Francia e alza il suo primo trofeo. Ha giocato nell'unico modo possibile, soprattutto dopo l'infortunio di Ronaldo. Ha trascinato i padroni di casa nel ritmo della malinconia e, alla fine, l'ha fatta piangere. Dove non erano riusciti Eusebio, Figo e Rui Costa è riuscito Eder. Ronaldo ha trascinato i compagni in finale, poi gli è bastato stare a guardare.
L'Europeo è finito, un saluto a tutti i lettori che mi hanno seguito in queste settimane. E, tra poco, arrivederci per le qualificazioni mondiali.

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