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Dossier Matthews beffa Sagan e Nibali «salta» nel momento decisivo della tappa

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    Dossier | N. 16 articoliGiro di parole - Tour de France

    Matthews beffa Sagan e Nibali «salta» nel momento decisivo della tappa

    Matthews (Ap)
    Matthews (Ap)

    Dopo la giornata di riposo di lunedì, il Tour è ripartito con la tappa da Escaldes Engordany a Revel (198 chilometri) che ha replicato il copione visto nell’ultima frazione pirenaica di domenica. Lunga fuga da lontano con diversi corridori di rango (da Peter Sagan a Michael Matthews, da Vincenzo Nibali a Edvald Boasson Hagen) nel disinteresse della maglia gialla (Chris Froome) che ha ostentato grande sicurezza.

    Sul traguardo di Revel si è imposto Matthews che ha nettamente superato Sagan; un esito che si può catalogare come una rivincita dell’ultimo campionato del mondo quando era stato battuto dallo slovacco. Nessun impatto sulla classifica generale, sempre guidata da Froome, ma con distacchi molti corti rispetto ai suoi più diretti concorrenti alla vittoria finale. Va sottolineata la prova di Nibali che anche ieri è entrato nella fuga ma nella parte finale del percorso non è riuscito a rimanere al ritmo dei battistrada quando Sagan ha attaccato. Mi sembra che Nibali cerchi in tutti i modi un successo di tappa ma nei momenti decisivi della corsa manchi della condizione per lo spunto vincente.

    La frazione di ieri ha ripetuto lo svolgimento di quella di domenica con l’arrivo in salita ad Andorre Arcalis che, sulla carta, poteva provocare qualche importante scossone nella classifica generale rimasta invece sostanzialmente immutata. Il protagonista, sempre al termine di una fuga che ha via via selezionato i battistrada, è stato l’olandese Tom Dumoulin (alla sua prima affermazione al Tour de France) con una prestazione inconsueta per un corridore specialista delle classifiche e delle corse contro il tempo piuttosto che scalatore. Froome, arrivato a oltre 6 minuti e mezzo, ha comunque guadagnato un minuto su Fabio Aru, un segnale certamente non positivo ma il ritardo può essere giustificato anche con la tempesta di pioggia e grandine, condizioni atmosferiche adatte soprattutto ai ciclisti del Nord Europa. Domenica ha abbandonato Alberto Contador in condizioni davvero precarie dopo le cadute delle prime tappe. Il Tour de France è una competizione impegnativa e dura e, per arrivare alla vittoria a Parigi, serve anche quella dose di fortuna che consente di non essere coinvolti in cadute nella parte iniziale della corsa.

    Oggi si va da Carcassone a Montpellier (162 chilometri) senza particolari difficoltà altimetriche. Tutto lascia prevedere una volata di gruppo e il pronostico va a Mark Cavendish che non dovrebbe perdere le ruote dei primi e avvicinarsi, in caso di vittoria, al record di Eddy Merckx nei successi di tappa al Tour de France.

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