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    Dossier | N. 16 articoliGiro di parole - Tour de France

    Caos sul Ventoux: Froome «a piedi» e la figuraccia degli organizzatori

    Chris Froome (Ap)
    Chris Froome (Ap)

    Sul Mont Ventoux è crollato, in maniera definitiva, il mito dell’organizzazione del Tour de France. Quanto è successo ieri è stato non solo assurdo, ma sconcertante. L’arrivo, inizialmente, previsto in vetta a 1.912 metri è stato arretrato di sei chilometri a causa del forte vento. In una delle tappe più suggestive della corsa nessuno si è preoccupato di transennare gli ultimi chilometri prima del traguardo dello Chalet Reynard con il risultato che gli appassionati hanno invaso la strada impedendo ai ciclisti di pedalare. Una mancanza totale di organizzazione; tutti sapevano che ieri si sarebbero riversati sul Mont Ventoux 300mila spettatori. Quindi una figuraccia su come è stata gestita la corsa nella fase cruciale che ha dato una botta finale alla reputazione degli organizzatori. In altre condizioni sarebbe stato corretto chiedere le dimissioni del direttore Christian Prudhomme.

    Ma veniamo alla corsa. Vittoria di tappa per Thomas De Gendt, ma è incredibile quanto si è verificato alle sue spalle. A un paio di chilometri dall’arrivo una motocicletta ha investito Richie Porte, Bauke Mollema e Chris Froome che erano riusciti a staccare gli altri big. La maglia gialla ha rotto la bicicletta e, a questo punto, abbiamo assistito a una scena comica. Froome si è trasformato in un podista cercando di raggiungere a piedi il traguardo; un’auto dell’assistenza gli ha quindi procurato una bicicletta fuori misura per l’inglese, poi finalmente è arrivato il soccorso dell’ammiraglia del Team Sky. Il risultato è che Froome è stato raggiunto e superato dai suoi inseguitori che aveva in precedenza staccato. Momenti di grande caos al traguardo; è stata elaborata una prima classifica generale con Adam Yates nuova maglia gialla e solo dopo le proteste delle squadre e in particolare del Team Sky, la giuria ha emesso un verdetto definitivo. A Froome è stato attribuito il tempo di Mollema, fermando gli orologi alla situazione precedente all’incidente. L’inglese ha potuto riconquistare il primato nella graduatoria generale che ora guida con 47 secondi di vantaggio su Yates e 56 su Mollema. La conclusione della giornata è la figura meschina fatta dagli organizzatori.

    Dal punto di vista tecnico la tappa ha comunque dato qualche significativa indicazione. Froome è riuscito a liberarsi di tutti gli avversari (da Nairo Quintana a Fabio Aru) in maniera piuttosto sciolta attaccando a pochi chilometri dal traguardo. Sembra avviato a conquistare il suo terzo Tour anche se per un verdetto definitivo bisogna aspettare le Alpi. Oggi intanto una prova dei valori in campo arriverà da una cronometro (37,5 chilometri da Bourg-Saint-Andéol a La Caverne du Pont d’Arc) piuttosto insolita con due salite, una nella parte iniziale e l’altra nel finale. Non azzardo pronostici anche perché sulla condizione dei corridori potrebbe avere influito lo stress della giornata di ieri.

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