Nuova assoluzione in Appello per i 5 medici che hanno avuto nell'ospedale Pertini di Roma Stefano Cucchi il geometra romano di 32 anni morto il 22 ottobre del 2009 dopo un ricovero di cinque giorni. Lo ha deciso la terza
Corte di Assise d'appello della capitale, che ha scagionato, dall'accusa di concorso in omicidio colposo, il primario Aldo Fierro e i sanitari Stefania Corbi, Flaminia Bruno, Luigi De Marchis e Silvia Di Carlo perché «il fatto non sussiste». Il sostituto procuratore generale Eugenio Rubolino aveva chiesto una condanna del primo a 4 anni e di tutti gli altri a 3 anni e mezzo di reclusione.
Nuova assoluzione in appello per medici
I cinque imputati erano stati già assolti il 31 ottobre del 2014 in appello, ma la Corte di Cassazione, il 15 dicembre scorso, aveva annullato quella sentenza ordinando un nuovo processo di secondo grado affinché si verificassero eventuali condotte omissive da parte dei sanitari per impedire il decesso del ragazzo. La Cassazione aveva ricordato che i medici dell'ospedale Pertini avevano una «posizione di garanzia» a tutela della salute di Stefano Cucchi e il loro primo dovere era diagnosticare «con precisione» la sua patologia anche in presenza di una «situazione complessa che non può giustificare l'inerzia del sanitario o il suo errore diagnostico».
Sorella Ilaria posta su Fb foto shock Stefano
Dopo la nuova assoluzione dei cinque medici dell'Ospedale Pertini, Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, ha postato su Facebook una foto shock: il corpo nudo e scarnificato, i resti come uno scheletro, del fratello sul lettino dell'obitorio.
Pg: Cucchi vittima di tortura come Giulio Regeni
Nella sua requisitoria al processo d'appello bis, il procuratore generale Eugenio Rubolino aveva detto che Stefano Cucchi «è stato vittima di tortura come Giulio Regeni», in quanto «è stato pestato e ucciso quando era in mano dello Stato, ucciso da servitori dello Stato in camice bianco». E aveva aggiunto: «Bisogna evitare che muoia una terza volta». Il rappresentante dell'accusa ha 'sposato' la sindrome da inanizione, da malnutrizione, indicata dai giudici di primo grado come concausa della morte di Cucchi. Ma i giudici hanno deciso diversamente.
La storia processuale
La storia processuale vide l'iniziale iscrizione nel registro degli indagati di dodici persone: sei medici, tre infermieri e tre agenti della penitenziaria. Dure le accuse mosse nei loro confronti a vario titolo e secondo le specifiche posizioni: abbandono d'incapace, abuso d'ufficio, favoreggiamento, falsità ideologica, lesioni e abuso di autorità. La tesi accusatoria - anch'essa pesante - fu che Cucchi era stato 'pestato' nelle celle del tribunale, in ospedale erano state ignorate le suerichieste e addirittura era stato abbandonato e lasciato morire di fame e sete. Si arrivò a un processo lungo e impegnativo, con decine di consulenze, una maxi-perizia, l'audizione di quasi 150 testimoni. E dopo due anni la sentenza: condanna solo dei medici, ma per omicidio colposo; assoluzione di infermieri e agenti della penitenziaria. Il passaggio successivo fu ovviamente il processo d'appello, con un'altra verità: medici tutti assolti 'perché il fatto non sussiste' con la formula che richiama la vecchia insufficienza di prove. La storia fu riaperta dalla Cassazione che decise di cancellare parzialmente quella sentenza, ritenendo non convincenti le motivazioni dell'assoluzione dei 5 medici.
L’inchiesta-bis
Ma la vicenda è ancora lontana dal dirsi conclusa. Pende infatti un altro passaggio: l'inchiesta-bis che vede indagati cinque carabinieri, tre per lesioni personali aggravate e abuso d'autorità, e due per falsa testimonianza. È in corso una perizia disposta dal gip in sede d'incidente probatorio per accertare la natura, l’entità e l’effettiva portata delle lesioni subite da Stefano Cucchi. Nei prossimi giorni un'udienza che presumibilmente porterà a un nuovo rinvio della discussione della perizia.
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