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Ddl concorrenza, l’esame in Aula al Senato slitta a settembre

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le tensioni nella maggioranza

Ddl concorrenza, l’esame in Aula al Senato slitta a settembre

Slitta a settembre l’approdo nell'Aula del Senato del Ddl sulla concorrenza. È la decisione maturata nella maggioranza e nel Governo secondo quanto si apprende da fonti parlamentari. Malgrado diversi ritardi e nonostante l’impegno preso dal governo per chiudere prima a giugno e poi entro l’estate, esecutivo e maggioranza avrebbero convenuto di rinviare l'approvazione del provvedimento a dopo le vacanze. Già la capigruppo di Palazzo Madama ieri aveva fatto saltare l'approdo in Aula previsto per questa settimana preannunciando una nuova riunione dei capigruppo all'inizio della prossima per definire il calendario dei lavori prima della pausa estiva, dando priorità ai decreti legge in relazione ai lavori delle commissioni.

Ddl concorrenza, esame Aula slitta a settembre
Uno dei relatori, Luigi Marino (Ap), riferisce che è «difficile» arrivare all’esame dell’Aula prima della pausa estiva dei lavori parlamentari «stante il calendario dell’Assemblea e la priorità dei decreti legge e di altri provvedimenti che sono già in anticamera». Per il Ddl sulla concorrenza, spiega ancora Marino, serve una finestra adeguata di esame visto che è atteso un certo numero di emendamenti e non c'è l'intenzione di porre la fiducia. Da qui l’orientamento a non iniziare l'esame del provvedimento prima dello stop dei lavori senza poterlo poi concludere. La commissione Industria punta a concludere comunque l'esame del Ddl appena licenziato il decreto legge sull'Ilva.

Le fibrillazioni nei centristi
Questa la motivazione ufficiale. Ma non è escluso che sulla decisione abbiano pesato le fibrillazioni dei centristi (dopo le dimissioni, in dissenso con la linea politica di Alfano, di Renato Schifani da capogruppo di Alleanza popolare, sostituito oggi da Laura Bianconi) i cui voti sono indispensabili per il governo a Palazzo Madama se non si vogliono rendere decisivi quelli dei verdiniani di Ala (19 senatori). Proprio ieri, dopo il pressing dei centristi, il controverso disegno di legge che punta a introdurre nel codice penale italiano il reato di tortura, dopo la riunione della Capigruppo, è stato rinviato “sine die”.

Seconda vittima del caso Schifani il disegno di legge sul processo penale, con il nodo prescrizione compreso: anche in questo caso la maggioranza ha concordato di rinviare a settembre. Non a caso dal gruppo Pd hanno fatto sapere che «da qui alla sospensione estiva approveremo solo i decreti in scadenza, poi a settembre si vede...».

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