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Dossier Chris Froome padrone del Tour, Arco di Trionfo sempre più vicino

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    Dossier | N. 16 articoliGiro di parole - Tour de France

    Chris Froome padrone del Tour, Arco di Trionfo sempre più vicino

    Chris Froome (Ansa/Ap)
    Chris Froome (Ansa/Ap)

    Giorno dopo giorno l’Arco di Trionfo è sempre più vicino per Chris Froome che con la politica dei piccoli passi sta staccando, anche se di pochi secondi alla volta, tutti gli avversari incapaci di passare all’attacco nelle frazioni decisive come quella di ieri. Eppure il percorso si prestava agli affondi: 184,5 chilometri da Berna all’inedito traguardo di Finhault-Emosson nelle Alpi svizzere con quattro gran premi della montagna e una concentrazione di salite nel finale (24 chilometri su 30).

    Nessuno ha osato sfidare la maglia gialla che, anzi, in prossimità dell’arrivo ha dato un altro (piccolo) scossone alla classifica generale. Ai 1.960 metri di Finhault-Emosson ha vinto Ilnur Zakarin precedendo di 55 secondi il colombiano Jarlinson Pantano e di un minuto e 26 secondi Rafal Majka. Il russo ha dimostrato grandi doti e, soprattutto, fa piacere rivederlo protagonista dopo la terribile caduta al Giro d’Italia nella discesa del Col dell’Agnello; significa che ha recuperato ed è tornato in condizione a soli due mesi dall’incidente. Buona la prestazione di Domenico Pozzovivo, entrato nella fuga di giornata e arrivato settimo al traguardo; un risultato notevole considerate le difficoltà di questa prima tappa alpina. Alle spalle dei fuggitivi (in ritardo di oltre 8 minuti dal vincitore) la battaglia (poca) si è scatenata solo negli ultimi chilometri quando ha tentato un allungo Richie Porte seguito da Froome. Fabio Aru, autore di una buona performance, tiene bene e rimedia soltanto 19 secondi dall’inglese, mentre Nairo Quintana mostra ancora una volta tutti i limiti in questa edizione del Tou, arriva ancora più staccato e abbandona qualsiasi velleità di classifica. Prende altri 28 secondi e adesso il suo distacco nella generale (è al quarto posto) sale a quasi tre minuti e mezzo. È andata ancora peggio all’olandese Bauke Mollema che perde 40 secondi da Froome, ma conserva il secondo posto a 2 minuti e 27 secondi avvicinato però dal giovane inglese Adam Yates che ha resistito molto bene a Froome dal quale ha perso soltanto 8 secondi ed ora è terzo in classifica a 2 minuti e 53 secondi. Guadagna due posizioni nella classifica generale Fabio Aru a poco più di 5 minuti dalla vetta: il sardo aveva fatto “lavorare” la sua squadra (l’Astana), ma il forte ritmo imposto sull’ultima salita non ha sortito effetti.

    Froome, dunque, rafforza una leadership che non sembra in discussione in questo finale di Tour de France. La superiorità del Team Sky è impressionante ed è tale da non lasciare prevedere sconvolgimenti nella corsa che si avvia a Parigi: gli avversari e le loro squadre non sembrano avere la forza di mandare in crisi Froome. Un Froome che certamente non è spettacolare, ma va riconosciuto che sta costruendo il successo tappa dopo tappa. D’altra parte, a pochi giorni dalla conclusione, va detto che questo Tour, pur costruito su un percorso con più salite rispetto al passato, non è poi così interessante come si poteva prevedere all’inizio. Ma la strapotere di Froome e della sua formazione non lascia molto spazio agli avversari. Anche le prossime tappe sulle Alpi (a cominciare da quella di oggi, una cronometro di 17 chilometri dai 560 metri di Sallanches ai 1.095 di Megeve) non dovrebbe “rivoluzionare” la classifica. E per l’inglese è sempre più vicino il terzo successo al Tour de France.

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