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Terrorismo, Gentiloni: «Nessuno è immune, serve coesione…

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audizione con il ministro pinotti

Terrorismo, Gentiloni: «Nessuno è immune, serve coesione nazionale»

«Nessuno può sentirsi immune dalla minaccia terroristica» e «non alimentiamo la leggenda per cui se noi non attacchiamo, questi non attaccherebbero l'Europa» . Lo ha detto stamane il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni partecipando insieme al titolare della Difesa, Roberta Pinotti, a un'audizione alle Commissioni Esteri e Difesa di Senato e Camera. Riferendosi a Daesh, Gentiloni ha sottolineato che «hanno colpito da forti e colpiscono da deboli» e che «per fronteggiare questa minaccia» serve «coesione nazionale».

«Vittorie militari non bastano»
«Abbiamo bisogno di vittorie militari» per contrastare il terrorismo ma «le vittorie militari da sole non bastano» ha continuato il ministro Gentiloni, spiegandi che«liberare i santuari di Mosul, Raqqa, Sirte è fondamentale per colpire la minaccia terroristica» ma è importante «la stabilizzazione dei Paesi» per «contrastare la radicalizzazione» e solo con una «strategia più ampia riusciremo a sconfiggere» il terrorismo.
Il titolare degli Esteri ha poi sottolineato che finanziamenti a Daesh sono stati «ridotti del 40% anche grazie al gruppo di lavoro guidato dall'Italia» nell'ambito degli sforzi della comunità internazionale e che «il terrorismo o almeno Daesh sta chiaramente perdendo terreno» anche se assistiamo al fatto «che si
continua a colpire in Europa» da Nizza alla Baviera. E dunque «come
rispondiamo alla domanda di sicurezza? Cercando di gestire e
spegnere i focolai» di crisi, ha continuato dunque il ministro, un fronte sul quale «l'Italia è in prima fila e sta recuperando un ruolo». Riferendosi all'assalto di stamane in Normandia il ministro ha poi espresso « vicinanza a una
Francia che potrebbe essere di nuovo sotto attacco».

In Turchia «reazione sproporzionata»
Parlando del tentato golpe in Turchia e della reazione «sproporzionata e pericolosa» di Ankara , il ministro Gentiloni ha assicurato che «noi non sacrificheremo nessuno dei diritti fondamentali su cui si basa l'Ue e lo stato di diritto». E si è poi augurato che «la recente ostentazione di nuovi rapporti con la Russia di Putin» da parte della Turchia «sia un fattore distensivo nei rapporti» tra Mosca e Ankara che «a noi sta bene» e «non un'arma di pressione che comunque non avrebbe effetto».

«Se vince Trump nato come agenzia di contractors»
In vista dell'elezione del nuovo presidente Usa, Gentiloni ha poi detto che «se cambia la forza politica che occupa la Casa Bianca non ci sarà di più, ci sarà di meno» e e che «da parte del candidato repubblicano (Donald Trump, ndr) c'è un'idea della Nato che assomiglia a una grande agenzia di contractors» a pagamento.

Pinotti: «In Afghanistan rischio Isis, giusto restare»
«L'ultimo, terribile attentato, compiuto dall'Isis in Afghanistan sabato scorso ai danni della minoranza sciita, conferma il timore che la presenza del Califfato, oltre a quella dei Talebani, potesse accrescere l'instabilità del Paese e la giustezza della scelta compiuta di continuare a sostenere le forze afgane in maniera più articolata. Naturalmente insieme al Parlamento». Così ha dichiarato il ministro Pinotti nel corso dell'audizione davanti alle commissioni riunite, spiegando che «l'Italia dovrà concentrarsi sempre più nel Mediterraneo, ma avendo iniziato un lavoro in Afghanistan nel 2001 e conoscendo perfettamente la zona di Herat, immaginare di non dare la disponibilità a mantenere i nostri militari sarebbe stato sbagliato e incoerente».
Pinotti ha quindi aggiunto che «bisogna riprendersi il territorio da dove è partita la propaganda» dell'Isis, che «opera ormai - ha aggiunto - solo su una frazione del territorio popolato in Siria e Iraq ed ha perduto il 45% del territorio originariamente controllato in Iraq, e il 20% di quello controllato in Siria».


«Nessun problema di sicurezza per i nostri militari»
Il ministro ha poi parlato del lavoro dei nostri soldati su diversi fronti internazionali, spiegando i libici «ci hanno chiesto di aiutarli per lo sminamento ed anche in questo abbiamo dato disponibilità, vista l'esperienza in merito delle nostre forze armate». E che non ci sono problemi di sicurezza per i militari che si trovano in Turchia, al confine con la Siria, per gestire un sistema antimissile della nato. « Siamo in contatto con loro - ha detto - in questo momento sono tranquilli, non ci sono problemi per la loro sicurezza, sono sotto comando Nato e decideremo con gli alleati eventuali determinazioni».

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