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Dossier Il Cio: una minicommissione deciderà sugli atleti russi

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Dossier | N. 97 articoliOlimpiadi e Paralimpiadi di Rio 2016

Il Cio: una minicommissione deciderà sugli atleti russi

Non è ancora finita: tra la Russia e i Giochi Olimpici c'è di mezzo l'ultima parola che tre giudici del Cio dovranno, entro venerdì, pronunciare per ammettere o meno gli atleti di Mosca a Rio. Il “tira e molla” della scorsa settimana tra Iaaf, Tas e Comitato olimpico, che ha rimandando la palla alle singole Federazioni, vedrà adesso un nuovo, ennesimo capitolo che si concluderà proprio a ridosso della cerimonia inaugurale del 5 agosto.

È di oggi infatti la decisione del Comitato Esecutivo di delegare a una speciale commissione di 3 persone (il turco Ugur Erdener, la tedesca Claudia Bokel e lo spagnolo Juan Antonio Samaranch Jr, figlio dell'ex presidente Cio) la decisione finale su quali saranno gli atleti russi ammessi ai Giochi. Il portavoce del comitato, Mark Adams, ha fatto sapere che sarà questa speciale commissione a decidere sulla partecipazione o meno dei singoli atleti russi autorizzati dalle rispettive Federazioni: «La commissione deciderà se accettare o meno la
proposta», ha spiegato Adams, aggiungendo che la decisione sarà ufficializzata prima della cerimonia di apertura.

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Insomma, a cinque giorni dal via ancora non si sa quanti atleti del Cremlino potranno partecipare. Sulla carta, gli esclusi sono almeno 90 (di cui 67 dell'atletica) ma non sarà il vaglio delle singole Federazioni (quella del peso, ad esempio, ha poi deciso per il taglio drastico) a mettere la parola fine all'odissea olimpica per il resto della truppa russa finita nell'occhio del ciclone per il doping di Stato.

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Dopo la decisione del Cio, il 24 luglio, che aveva escluso lo stop generalizzato, erano state le Federazioni internazionali dei vari sport a entrare in gioco, avendo teoricamente, come fatto dalla Iaaf, la possibilità di mettere al bando la Russia. C'è già chi ha detto che non l'avrebbe fatto, come nuoto, pugilato, ginnastica, lotta e judo, chi - come la federazione del peso - ha deciso in senso opposto e chi per ora si è limitato a precisare, è il caso del tiro, che i tre casi di russi positivi e i cui nomi non sono stati resi noti, sono regolarmente “registrati” e in ogni caso «non fanno parte della squadra olimpica della Russia».

Comunque finirà, lo scandalo doping che ha travolto la Russia non danneggerà l'immagine dei Giochi olimpici, ha assicurato il n.1 del Cio, Thomas Bach, tornato oggi a difendere la decisione di non bandire l'intera squadra russa: «Non credo che tutto questo alla fine sarà un danno perché la gente capirà che dovevamo prendere una decisione ora», ha spiegato in conferenza stampa a Rio, aggiungendo che la totale esclusione della Russia dall'Olimpiade «non sarebbe giustificabile» sul piano sia morale sia legale, «perché ogni essere umano ha diritto a certe prerogative di giustizia naturale». In ogni caso, imponendo alle
federazioni criteri di giudizio molto severi il Cio, ha detto Bach, ha posto «un limite molto elevato».

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