Frank Chamizo Marquez, 24 anni, cubano di nascita e italiano per matrimonio, una domanda se la pone ogni giorno: viene prima lo sport o l’amore? «Per me sono inscindibili», confessa con il suo bell’italiano.

L’atleta, campione del mondo a Las Vegas 2015 e vincitore degli Europei a Riga 2016 nella categoria 65 kg, ama il suo sport: «Ho iniziato a 8 anni e non posso fare a meno della lotta libera», come pure non può stare senza Dalma Caneva, genovese, anche lei una lottatrice, figlia d’arte. Si sono conosciuti nel 2010, si sorridono, si scambiano messaggi, si piacciono e si innamorano fino al matrimonio nel 2013, così Frank, nato a Matanzas nel 1992, dal febbraio 2015 è italiano e con la maglia azzurra ha vinto così tanto da arrivare a Rio da predestinato: «Di notte non dormo perché sogno e basta: i Giochi sono la manifestazione più importante, perché ho visto Londra 2012 in tv con le lacrime agli occhi a causa di una squalifica per peso».

Nei mesi passati si è allenato con fatica e costanza a Ostia: «Qui mi sento a casa: mi piacciono i paesaggi italiani e l’allegria così simile alla gioia di vivere cubana». Chamizo ha colto la nostra bellezza e l’ha fatta propria: l’inno l’ha imparato da Dalma, ma non dimentica Cuba: «Là sto bene, ma la vita è molto dura, sono riuscito a lasciarmi alle spalle la povertà. In me ha vinto lo spirito di sopravvivenza e ho scelto l’Italia anche per vivere da sportivo vero».

In Italia lo allena Filiberto Alberto Delgado Santiago, detto Puli, tecnico cubano, e, quando va all’assalto, i compagni lo incitano con un sicilianissimo «cafudda, cafudda», vai, colpisci. La forza non gli manca. È la stessa di tanti stranieri che, come lui, cercano l’America sulle nostre sponde. Buena suerte, Frank. Questa è la nuova Italia, bella, transnazionale, forte, cittadina del mondo.

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