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Rai, ufficializzate le nomine per i Tg. Alta tensione tra i partiti

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VIALE MAZZINI

Rai, ufficializzate le nomine per i Tg. Alta tensione tra i partiti

Dritto per la sua strada oggi il vertice di Viale Mazzini ha avviato la formalizzazione delle nomine alla guida dei Tg, domani sul tavolo del consiglio di amministrazione. Tutte rispettate le previsioni della vigilia con Ida Colucci promossa al Tg2 al posto di Marcello Masi e Luca Mazzà in sostituzione di Bianca Berlinguer al Tg3. Più ancora Andrea Montanari al Gr Radio1 e Nicoletta Manzione a Rai Parlamento. Nessuna novità per Mario Orfeo al Tg1 e Vincenzo Morgante alla TgR, entrambi confermati. Ma è la tensione tra i partiti, compresa una certa aria gelida in casa dem, a segnare il dato politico vero di giornata. Al punto che, in vista della seduta della Vigilanza prevista a tarda sera per ascoltare Monica Maggioni e Antonio Campo Dall’Orto, si rincorrono le voci di un paio di documenti “formalmente” critici in preparazione da parte dei commissari.

Opposizione in trincea
È indubitabitabilmente la paventata estromissione di Bianca Berlinguer dalla direzione del Tg3 l’obiettivo polemico dei non allineati al premier dentro il partito. Roberto Speranza tiene a rimarcare «il profumo di un tentativo di normalizzazione dell’informazione che ci fa somigliare a chi abbiamo sempre criticato». La vicenda nomine «prefigura un Pd pienamente partecipe dei vecchi vizi. E questo non può essere in nessun modo il volto del Pd», è l’ulteriore ammonimento arrivato dalle parole dell’ex segretario Pier Luigi Bersani. «Con i nuovi tg Rai, tutti di governo, stiamo facendo una cosa che neppure Berlusconi aveva osato fare», la stoccata impietosa di Miguel Gotor. Anche in Ap forte è il malessere con Alfano che ieri ha alzato un muro per la sostituzione di Masi. E all’atmosfera di massima tensione interna alla maggioranza si aggiunge l’artiglieria dell’opposizione. Giù durissimo Renato Brunetta. «Forza Italia in commissione di Vigilanza, in Parlamento e nel Paese si opporrà a questa situazione di vero e proprio regime, altro che Erdogan! Renzi è peggio di Erdogan».

Confronto aperto domani in cda
Il cda domani si esprimerà con un parere vincolante e, in base alla legge, a maggioranza di due terzi potrebbe bloccare le nomine. Solo un’ipotesi, minoritaria, nonostante i maldipancia diffusi. Secondo il consigliere Arturo Diaconale «le nomine sono un’operazione politica grazie alla quale una parte politica che rappresenta il 20% del Paese, e tolgo anche la minoranza dem, occupa il 100% del servizio pubblico». Di tutt’altro avviso Guelfo Guelfi, per il quale non si compie alcun «disegno politico. Vedo una resistenza preconcetta e contraddittoria al cambiamento. Le nomine stanno ad indicare il fatto che si selezionano uomini che devono coordinare questo progetto».

Verso la formula “Digital First”
Tg1 “universale”, Tg2 dall’informazione agile e Tg3 con focus sugli approfondimenti. Il progetto con il marchio del direttore editoriale per l’offerta informativa Carlo Verdelli, nelle indiscrezioni venute fuori, è stato ascoltato oggi dal cda. Obiettivo spingere sulla contemporaneità e diversificare l’offerta dei tg anche in termini di fasce orarie. Da all-news Rai News dovrà diventare un canale di informazione, dando spazio agli approfondimenti, e l’offerta dovrà essere declinata su tutte le piattaforme, social in testa. Perché la sfida principale è intercettare quel 47% del pubblico, crescente, che cerca le news sui nuovi media. “Digital First”, dunque, per una Rai che da nono broadcaster in classifica vuole riguadagnare posizioni, ripensando - in una seconda fase - anche i modelli organizzativi. Intanto, il progetto prevede che ogni tg sia «coerente con l’identità della rete corrispondente» e la «conseguente scelta dei direttori più adatti».

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