Ora è ufficiale. Il Milan diventa cinese. La Fininvest cede il 99,93% del capitale azionario per una cifra pari a 740 milioni, compresi debiti per circa 220 milioni.
Un comunicato della società chiarisce che dopo la firma del contratto preliminare di oggi (il closing è previsto per la fine dell'anno) il Milan viene rilevato dalla Sino-Europe Investment Management Changxing, società veicolo di cui fanno parte, tra gli altri, Haixia Capital, il fondo di stato cinese per lo Sviluppo e gli Investimenti nonché Yonghong Li, manager che ha condotto la trattiva in questi mesi.
Berlusconi ha ottenuto anche che fossero inserite nel contratto precise clausole che assicurassero gli investimenti necessari per riportare subito il Mlan a essere competitivo a livello euroepo. «Con l'accordo – spiega la nota ufficiale delle parti – gli acquirenti si impegnano a compiere importanti interventi di ricapitalizzazione e rafforzamento patrimoniale e finanziario, per un ammontare complessivo di 350 milioni di euro nell'arco di tre anni, di cui 100 miloni da versare al momento del closing».
A trent'anni dall'acquisto da parte di Silvio Berlusconi per il Milan comincia dunque una nuova era. Fininvest riceverà 500 milioni per il suo 99,9% e si sgraverà di circa 240 milioni di debiti. Resta da capire ora quali sono effettivamente gli altri proprietari posto che c'è stato in questi giorni più di un cambiamento nella compagine. Dopo la scadenza dell'esclusiva il 31 luglio con il fondo cinese in quel momento guidato da Sonny Wu e rappresentato da Galatioto, la situazione intorno all'operazione si è fatta, se possibile, ancora più ingarbugliata.
La cordata cinese ha chiesto più tempo, ufficialmente, per ottenere autorizzazioni dal Governo di Pechino all'espatrio dei capitali. In verità, ci sono stati forti contrasti tra i partecipanti al fondo alcuni dei quali hanno minacciato di ritirarsi, altri non avrebbero dato disponibilità ad aumentare la quota di partecipazione di fronte alla necessità di rilevare subito non più l'80 ma il 100%.
Nel frattempo Mister Bee Taechaubol, le cui prime “avances” risalgono all'ottobre 2014 e che la scorsa estate era volato in Sardegna ugualmente più o meno in questi giorni per siglare un impegno a chiudere il contratto entro il 30 settembre 2015, aveva ripreso i contatti con Fininvest (di fatto mai completamente interrotti) presentando un'offerta con il supporto di alcune realtà finanziarie cinesi. Offerta che non ha fatto breccia.
Sono state riportate inoltre indiscrezioni a proposito dell'irruzione nella trattativa di Fosun, fondo cinese da 11 miliardi di asset, guidato da Guo Guangchang, alleato da circa un anno con il re degli agenti, il portoghese Jorge Mendes (procuratore tra gli altri di Mourinho e Cristiano Ronaldo). Fininvest proprio questa mattina ha smentito di aver ricevuto proposte da Fosun o avviato trattative. In realtà poco prima di avviare la trattativa in esclusiva con Galatioto, un mese e mezzo fa, c'era stato un incontro esplorativo tra Fosun e Fininvest dopo il quale non si era andati avanti.
La firma sul contratto preliminare di 60 pagine è anche un modo di far cessare i tentativi (veri o supposti) di intromissione di altri soggetti. Bisognerà capire, oltre all'identità di tutta la cordata, quale sarà la futura governance cinese. E quanti soldi saranno versati subito per sbloccare la campagna acquisiti. Nel comunicato si parla di 15 milioni da versare subito e 85 nei prossimi 35 giorni. Anche se formalmente non saranno proprietari prima del closing è evidente però che i cinesi abbiano tutto l'interesse a potenziare da subito la squadra da affidare all'allenatore Vincenzo Montella. Anche per tener testa all'Inter dei cugini cinesi di Suning.
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