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Dossier Settebello, il ct Campagna firma la vittoria sulla Spagna

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Dossier | N. 97 articoliOlimpiadi e Paralimpiadi di Rio 2016

Settebello, il ct Campagna firma la vittoria sulla Spagna

Il nazionale italiano Christian Presciutti. (Reuters)
Il nazionale italiano Christian Presciutti. (Reuters)

Con la Spagna ha un conto aperto da sempre, da quando proprio agli iberici, nella vasca di Barcellona, nel 1992, strappò dal collo un oro olimpico che sembrava cosa fatta. Ma stavolta Sandro Campagna s'è dovuto quasi rituffare in acqua, per trascinare il suo Settebello fuori dalle sabbie mobili contro il fenomenale Molina Rios e soci. Sì, perché gli spagnoli non l'hanno messa solo sulla tecnica – e già sarebbe stato difficile…- ma soprattutto sul fisico: «Di più, hanno giocato sporco – attacca il ct azzurro in zona mista -: Aicardi ha rimediato una gomitata in faccia, ha il naso e forse o zigomo rotti e rischia di non giocare più per tutta l'Olimpiade; poi Velotto che prende un dito nell'occhio, senza contare un metro arbitrale che mi ha fatto davvero arrabbiare» (non usa esattamente questo termine, il ct, ndr).

E allora il cittì che s'inventa? Protesta con gli arbitri, sbraita, rimedia un cartellino giallo, discute con i suoi, ma soprattutto con gli avversari. Insomma, si fa sentire, da abile psicologo, per ribaltare l'inerzia di una gara che ha visto gli spagnoli avanti anche di tre gol, prima di soccombere 9-8 grazie alla rete di Christian Presciutti nel finale. «Era il momento giusto per entrare in acqua – sorride divertito Campagna -: i ragazzi avevano bisogno di una scossa dopo le reti e le botte subite. E allora ho fatto vedere loro che io ero in partita al loro fianco, che stavo combattendo al loro fianco insieme a tutto lo staff e a chi era in panchina a fianco mio».

Alessandro Campagna il coach del Settebello. (REUTERS/Laszlo Balogh)

Un strategia sottile e rischiosa, che alla fine ha pagato, insieme anche a una soluzione tattica che ha sorpreso in molti, tra i presenti sugli spalti del Centro Acquatico Maria Lenk: la sostituzione, in porta, del capitan Tempesti con Marco Del Lungo, il portiere di riserva poi decisivo con i suoi interventi, tra cui anche un penalty respinto proprio a Molina Rios nella fasi determinanti del match: «È un ottimo portiere, so di poter contare su di lui – evidenzia Campagna –, ma soprattutto avevo notato che Tempesti non era stato impeccabile su alcuni gol subiti: non avessi preso consapevolezza di questo, magari infuriandomi con gli uomini di movimento, la squadra ne avrebbe risentito psicologicamente. Così invece c'è stata la reazione, anche se non dimentico che Stefano, dopo l'intervento all'occhio degli scorsi mesi, ha fatto grandi sacrifici per essere qui ai Giochi. Di sicuro tornerà in forma e protagonista, ma il io compito è scegliere per il bene del gruppo».

Insomma come andrà a finire un torneo olimpico tanto equilibrato è davvero impossibile dirlo, ma da oggi la nostra squadra chiamatela “Ottobello”, perché a un cittì così manca solo di rinfilarsi la calottina e tornare in acqua a fianco dei suoi ragazzi: e col pallone tra le mani, qualcosa di buono, saprebbe pur farlo ancora, c'è da giurarci…

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