RIO DE JANEIRO - Un ingegnere tutto d'oro: Niccolò Campriani, dopo una gara molto tesa, conquista l'oro nella carabina 10 metri aria compressa. Un salto in avanti, rispetto all'argento conquistato nella disciplina a Londra 2012, dove aveva vinto l'oro nella carabina 50 metri tre posizioni. Alle sue spalle, l'ucraino Serhiy Kulish e terzo il russo Vladimir Maslennikov. Grande gioia per questo terzo trionfo olimpico, e dire che poche settimane prima di partire per il Brasile, il tiratore fiorentino aveva dei dubbi sul settaggio della sua arma, che Campriani ha progettato da sé.
Poi, tutto è stato sistemato visti i risultati al campo di tiro: «È successo di tutto in questi 4 anni, ho fatto fatica ad adattarmi al cambio regole, ho odiato questo sport ma oggi sono contentissimo – confessa il neo campione olimpico -. Questa è la prima medaglia d'oro con le nuove regole». E ha aggiunto: «Sono contento per me, ma mi riempie il cuore vedere le persone vicine a me così felici. Rispetto a Londra sono in pace con me stesso. Ora ho ancora due gare ma la mia priorità ora è stare vicino a Petra che ha un'altra gara l'11'».
La fidanzata Petra Zublasing, dopo la delusione di sabato nella carabina 10 metri, sarà in gara l'11 nella carabina 50 metri 3 posizioni, la stessa gara che per gli uomini, e dunque anche per Campriani, è in programma domenica 14. E, due giorni prima, Campriani si misurerà nella carabina a terra 50 metri. Riportando al campo di gara la sua filosofia di vita, quella che è diventata il titolo del suo libro (da leggere) «Ricordati di dimenticare la paura. Cosa fa di un atleta un uomo felice» (Mondadori – Strade blu). Pagine intense, fra sport ed emozione, fra piattelli e sogni infranti, alle quali ora si può aggiungere quell'umanissimo sfogo «Ho odiato questo sport», che così da vicino ricorda alcune pagine del libro di Andre Agassi, “Open”.
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