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Migranti, ecatombe nel Mediterraneo: 3.173 vittime nel 2016

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dati Oim sulle tragedie del mare

Migranti, ecatombe nel Mediterraneo: 3.173 vittime nel 2016

Naufragio al largo delle coste libiche
Naufragio al largo delle coste libiche

Lasciano senza parole i dati dell’Oim, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, sulle tragedie del 2016 nel mar Mediterraneo. Oltre tremila i morti
dall’inizio dell’anno nel tentativo di raggiungere le coste europee. Purtroppo, dunque, anche quest’anno il Mare Nostrum si conferma il cimitero senza confini dei disperati in fuga da guerre e povertà nel sud del mondo.

Sono 3.176 le vittime del Mediterraneo
Secondo i numeri diffusi dall’Oim sono esattamente 3.176 le vittime, tra cui la stragrande maggioranza - ben 2.742 - che volevano sbarcare in Italia. Cifre superiori rispetto allo stesso periodo del 2015 e addirittura raddoppiate rispetto a gennaio-agosto 2014.

Cresce l’allarme alle frontiere
Intanto cresce l’allarme per il caos alle frontiere. È forte la tensione non solo a Ventimiglia, ma anche in grandi città del Nord, come Milano. E anche se le mete finali preferite dai migranti restano Francia, Svizzera, Germania, Austria e i Paesi del Nord Europa, Italia e Grecia rimangono le destinazioni principali di approdo, per poi tentare la scalata verso il nord Europa. Degli oltre 263mila migranti e rifugiati sbarcati in questi primi sette mesi, 100mila sono approdati nel nostro Paese (24mila soltanto a luglio, soprattutto nigeriani ed eritrei) e 160mila in Grecia, in gran parte siriani, afgani ed iracheni.

Fermate decine di scafisti
Difficile l’opera per fermare i trafficanti di esseri umani che, complice il bel tempo estivo, moltiplicano i loro incassi senza minimamente preoccuparsi dell’ecatombe nel Mediterraneo. L’operazione navale Sophia, con il concorso di 24 Paesi, ha fermato diverse decine di scafisti e 'neutralizzato' oltre 170 imbarcazioni, salvando decine di migliaia di vite in mare. Anche la guardia costiera libica viene addestrata per operazioni del genere e i salvataggi proseguono in modo incessante nel canale di Sicilia, grazie anche alla Guardia Costiera e alla Marina Militare italiane e alle ong internazionali schierate in prima linea, come Medici senza frontiere. La situazione si scontra con la debolezza delle autorità libiche, che sono ancora impegnate per riprendere il controllo dell’intero Paese.

Resta il problema delle risorse
E anche se l’ultimo Consiglio europeo di fine giugno si è impegnato a ridurre gli arrivi dei cosiddetti 'migranti economici' e si sta pensando a come avviare i primi 'compact' per i partenariati di sviluppo con i Paesi africani di origine, resta il grosso problema delle risorse. Nel documento finale, non sono indicate cifre, neppure i 500 milioni di budget Ue previsti per il fondo per l’Africa.

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