RIO - C'è una storia di intrighi, lame, rivalità e duelli dietro la clamorosa eliminazione di Arianna Errigo, argento olimpico in carica e dominatrice dell'ultimo quadriennio del fioretto mondiale, negli ottavi di finale del torneo olimpico, per mano della canadese Harvey (poi a sua volta eliminata dalla tunisina Boubakri). Prima, però, il dato oggettivo, esplicitato dalla stessa Arianna, dopo minuti di disperazione e lacrime:” Non ero io, ero paralizzata dalla tensione. Quella stessa tensione che provo sempre riuscire a gestire prima dei grandi eventi, stavolta mi ha bloccata. Fin dal primo assalto – ha sottolineato la monzese, che ha anche 2 ori mondiali e 5 coppe del mondo nel palmares – non ho provato le sensazioni giuste, avevo una faccia pietrificata, non riuscivo a fare la mia scherma. Anche contro la canadese, quando pure ero in netto vantaggio (10-5, prima del tracolo e la sconfitta per 11-15): lei piazzava il colpo ed io non riuscivo a reagire…”.
Inevitabile, di fonte a tale contro-prestazione, provare a capire le cause:” Forse non sono stata me stessa neppure nella preparazione – sottolinea Arianna -, forse ho pensato troppo alla scherma, all'Olimpiade, mi sono allenata troppo, senza lasciare spazio per me, io che invece non ho mai avuto necessità di allenarmi molto per trovare i miei gesti, le mie stoccate, i miei automatismi”. Altrettanto normale, quindi, chiedere conto alla 28enne di Muggiò proprio di come sia stata curato l'avvicinamento ai Giochi. E qui si tocca il nervo scoperto dell'intera vicenda:” Da gennaio mi alleno da sola, con un mio staff e i consigli tecnici del mio fidanzato, che è uno schermidore, ma senza più il supporto del mio maestro Giulio Tomassini. E' un rapporto che si è rotto, perché per me la fiducia personale viene prima di tutto, e se non c'è quella non si può andare avanti”.
Eccolo che arriva a questo punto il nodo critico dell'intera storia: alla base della rottura tra la Errigo e uno dei padri nobili della scherma azzurra (che fu contemporaneamente maestro di Vezzali, Granbassi e Trillini), c'è proprio il fatto che Tomassini sta seguendo la crescita, nel ruolo di maestra, di Giovanna Trillini, da tre stagioni a fondo pedana di Elisa Di Francisca, la grande rivale di Arianna. E proprio una lezione schermistica impartita da Tomassini alla Di Francisca durante un collegiale azzurro lo scorso inverno a Norcia, sarebbe stata la causa prima del risentimento di Arianna, poi della definitiva rottura del sodalizio tecnico, con la nostra numero 1 che ha così scelto la via di una preparazione olimpica “fatta in casa” (pur col supporto tecnico federale del ct Cipressa in occasione dei raduni azzurri).
Una storia di duelli, rivalità, incomprensioni di cui difficile è ora individuare l'esatto peso specifico, ma che di certo non può non avere influito sul fallimento di una delle “lame” più attese della nostra spedizione a Rio.
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