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Dossier Il bronzo e due legni in fondo alla Lagoa

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Dossier | N. 97 articoliOlimpiadi e Paralimpiadi di Rio 2016

Il bronzo e due legni in fondo alla Lagoa

Giovanni Abagnale e Marco Di Costanzo (Ap)
Giovanni Abagnale e Marco Di Costanzo (Ap)

Il sole, poi le nuvole, poi ancora il vento che riporta il sole, prima di riportare ancora nuvole, con l'acqua che s'incresta e poi si appiattisce prima di gonfiarsi ancora. Posto tra i più suggestivi di Rio, la Lagoa Rodrigo de Freitas, col Cristo Redentore che ti guarda dalla cima del Corcovado che sembra pronto a scendere ad ogni istante per mettersi pure a camminare su questo specchio d'acqua. Ma le sue correnti, i suoi venti, per un canottiere, sono intellegibili meno di un quipu inca. E' da qui, da questo sudoku fatto di flutti e palme, all'ombra delle quali albergano liberi multicolori pappagalli, che è arrivata la dodicesima medaglia azzurra, un bronzo, accompagnata da due amare medaglie di legno.

Il bronzo porta la firma di Giovanni Abagnale (conterraneo, ma non parente dei celebri fratellini di Castellammare di Stabia, rispetto ai quali manca tra le altre cose anche di una b nel cognome...), e Marco Di Costanzo, napoletano: a definirli la “strana coppia” non si sbaglia davvero, visto che si sono ritrovati sulla stessa barca solo nell'ultimo raduno pre-olimpico, vista la squalifica per doping di Niccolò Mornati che ha obbligato ha ripensare strategie e uomini:”E' una medaglia insperata, abbiamo dato tutto su un campo di regata difficile, senza mollare un metro”, spiega Abagnale, e Di Costanzo gli fa eco:”Alla fine è abbiamo avuto ancora la forza per rinforzare l'attacco degli inglesi, è il minimo che puoi fare quando ti stai giocando un podio olimpico!”. Un bronzo inatteso, cui però fanno compagnia due quarti posti.

Orgoglio - Francesco Fossi e Romano Battisti nel due di coppia non riescono a rimontare sui norvegesi, che arrivano nella scia di croati e lituani. Ma quella che Fossi, classe 1986, fa nel dopogara è una professione d'amore per il compagno e per la maglia azzurra, che non può lasciare indifferenti:”Abbiamo lavorato duro, e dato tutto, gli altri sono stati più forti, e questo è lo sport; ma sono orgoglioso di indossare questa maglia, far parte di questo equipaggio, e di questa Nazionale. Non ho rimpianti, e so che si sta lavorando duramente per costruire una Nazionale ancora più e siamo sulla strada giusta”.

Colpo grosso - Ha provato il colpo grosso il quattro senza pesi leggeri, ma la caccia all'oro ha portato solo al...legno. Martino Goretti ha spiegato con chiarezza la tattica impostata coi compagni Oppo, La Paduli e Ruta:”Vinta la semifinale, ci siamo parlati, e abbiamo scelto di giocarci tutto, di provare a puntare all'oro. Forse una tattica più conservativa ci avrebbe portato al podio, ma abbiamo voluto remare fino alla fine per inseguire il nostro sogno. E andata male, ma ci abbiamo provato”. L'attitudine giusta, per provare a trasformare il legno in metallo pregiato, alla prossima occasione buona.

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