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CAMPIDOGLIO

Roma, scoppia la polemica sul maxi-compenso della capo di gabinetto della Raggi

Virginia Raggi (Ansa)
Virginia Raggi (Ansa)

Nuova bufera, ieri, per la giunta pentastellata di Virginia Raggi. Neanche il tempo di esultare per i 18 milioni trovati per la metro A ed è scoppiato il caso del maxicompenso di Carla Raineri, la magistrata nominata capo di gabinetto : 193mila euro annui lordi, come risulta dalla delibera del 5 agosto pubblicata sul sito del Campidoglio. La cifra non è sfuggita al Pd. Il consigliere capitolino Marco Palumbo e il deputato Marco Miccoli fanno subito notare la differenza con i predecessori: «Compensi degli ultimi quattro capi di gabinetto: Basile 180mila (Alemanno), Basile 75mila (Alemanno), Fucito 73mila (Marino). Grazie Virgi per lo spreco». «Da Movimento 5 Stelle a Movimento 5 Stelle Superior Extralusso», ironizza la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. E il suo capogruppo in Campidoglio, Fabrizio Ghera, rincara: «Dicevano che avrebbero tagliato costi e spese ma nominano un capo di gabinetto che a occhio guadagna più di un presidente del Consiglio».

Sui social imperversano commenti sarcastici e proteste. Ma la Raggi sceglie di non replicare. In serata pubblica un video su Facebook per annunciare «una piccolissima pausa estiva» (quattro giorni con suo figlio), lasciando le redini dell’amministrazione al vicesindaco Frongia e agli assessori. Non una parola su Raineri, ma ringraziamenti ai dipendenti capitolini, in particolare di Ama e Atac, le municipalizzate finite nell’occhio del ciclone nelle ultime settimane. In mattinata Raggi aveva minimizzato: «L’emergenza rifiuti non c’è mai stata, abbiamo avuto un periodo critico». Ieri c’è stata una nuova serie di bonifiche (conclusa la messa in sicurezza dell’ex campo sportivo Valle Aurelia) ma soprattutto una girandola di incontri per chiudere la squadra del management Ama con la nomina del direttore generale, che dovrà affiancare l’amministratore unico Alessandro Solidoro e attuare il piano “rifiuti zero”.

Giovedì la giunta indicherà il nome: tra i papabili Alessandro Muzi, dirigente Ama in procinto di lasciare a fine anno che era accanto a Paola Muraro durante il blitz in diretta Facebook dall’allora presidente Daniele Fortini. Ma sono al vaglio anche i nomi di Raphael Rossi, esperto nella gestione avanzata dei rifiuti attualmente amministratore della Formia Rifiuti Zero Srl, e dell’agronomo di Alba Roberto Cavallo. Chiunque sarà il nuovo Dg, dovrà sia gestire le mosse per scongiurare emergenze nei prossimi mesi sia preparare il piano impianti promesso entro dicembre. In sinergia con Acea, come vuole l’assessore a Bilancio e partecipate Marcello Minenna. Lo scontro con gli enti locali dove insistono i siti Acea cui la sindaca ha chiesto «priorità di conferimento» dei rifiuti romani rispetto a terzi ha rivelato qualche corto circuito nella galassia Cinque Stelle. I consiglieri M5S di Terni hanno chiarito come non risultino «contratti in essere» tra Acea e il Campidoglio sull’inceneritore ternano ma solo un’istanza presentata nel 2014 dal Cda di Acea (epoca Marino) per poter bruciare rifiuti urbani, oggi interdetti. Istanza che invitano la Regione Umbria a rigettare. Ma è a Roma che la situazione potrebbe precipitare: entro il 30 settembre c’è da indicare l’area della discarica di servizio per i quattro impianti Tmb.

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