L'ambizione è di finire i Giochi olimpici nel G8 dello sport mondiale, o al limite di mantenere quella posizione nella top ten a cinque cerchi, da cui l'Italia non esce ormai dalle Olimpiadi di Barcellona 92 (quando fu 11°), oscillando dalla sesta posizione di Atlanta quattro anni dopo fino alla nona dell’ultima edizione in quel di Londra. Al gong di fine Giochi mancano ancora quattro giorni di gare, ma l’Italia ha già eguagliato per numero di ori (8) e di argenti (9) il risultato di Londra e Pechino: la posizione degli azzurri nel medagliere fluttua tra la quinta e la sesta.
Un risultato al di sopra delle aspettative, visto che lo stesso presidente del Coni, Giovanni Malagò, aveva parlato di asticella posta a 25 medaglie totali, con il mantenimento della posizione nelle prime dieci: in Brasile la spedizione italiana sta già a quota 23 e non è finita. Solo a Los Angeles 84 l’Italia ha provato l’ebbrezza di finire tra le prime cinque, ma lì la delegazione azzurra sfruttò al massimo il vantaggio del blocco sovietico, portando a casa la bellezza di 14 medaglie d’oro.
La festa azzurra a Rio non è ancora finita, altre medaglie, individuali e di squadra, sono ancora alla portata dell’Italia. A cominciare da quel Setterosa che l’oro olimpico non lo vince dal 2004 ad Atene, fino all’Italvolley che la gioia massima a cinque cerchi non l’ha ancora mai provata, passando per le
marciatrici Giorgi e Rigaudo, l’italo cubano Frank Chamizo nella
lotta libera, e il ciclista Marco Aurelio Fontana nella mountain
bike, senza poi dimenticare le farfalle azzurre della ritmica. E naturalmente senza dimenticare la medaglia sicura nel beach volley con Nicolai e Lupo, volati in finale contro il Brasile dopo la vittoria contro i russi.
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