«Mi scuso per il mio comportamento di questi giorni: avrei dovuto essere più cauto e trasparente nella ricostruzione dei fatti». Sono le scuse del campione olimpico Ryan Lochte per la vicenda della falsa rapina subita a Rio con altri tre nuotatori Usa. In un lungo messaggio pubblicato su Instagram, l’atleta americano si è scusato con i compagni, gli avversari, il Brasile, ma anche con gli sponsor: «Comunque sia andata, avrei dovuto essere più responsabile. Diciamo che ho imparato la lezione». È « traumatico - è la giustificazione che Lochte adduce - trovarsi in un paese straniero con i tuoi amici, con l’ostacolo della lingua, e trovarsi di fronte uno straniero che ti punta l’arma e ti chiede soldi per lasciarti andare: ma a prescindere dal comportamento di chiunque, avrei dovuto essere molto più responsabile nella mia condotta e per questo mi scuso con i miei compagni di squadra, i miei tifosi, i miei rivali, i miei sponsor e chi ospita questo grande evento».
“Mi scuso per il mio comportamento di questi giorni: avrei dovuto essere più cauto e trasparente nella ricostruzione dei fatti”
Le scuse del nuotatore statunitense Ryan Lochte
La tesi della rapina sostenuta dai nuotatori
Nei giorni scorsi i nuotatori statunitensi avevano sostenuto di essere stati aggrediti nella notte tra sabato e domenica a Rio de Janeiro. Ryan Lochte, sei volte medaglia d’oro ai Giochi, ha raccontato alla televisione americana Nbc di essere stato braccato, insieme ad altri tre nuotatori statunitensi, da falsi poliziotti armati. Smascherato dalla polizia, che li ha inchiodati alle loro responsabilità anche con un video, insieme ai suoi compagni Gunnar Bentz, Jack Conger e James Feigen, rischia un’accusa di falsa testimonianza.
“Non è stata compiuta alcuna rapina ai danni di questi atleti. Non sono stati vittime dei reati che hanno denunciato”
La dichiarazione del responsabile della polizia di Rio, Fernando Veloso
Atti vandalici nella toilette di una stazione di servizio
«Non è stata compiuta alcuna rapina - ha dichiarato il responsabile della polizia di Rio, Fernando Veloso - ai danni di questi atleti. Non sono stati vittime dei reati che hanno denunciato». Veloso ha reso noto che uno o più nuotatori avevano compiuto atti vandalici in una toilette di una stazione di servizio e si erano poi offerti di pagare i danni provocati. Gli atleti americani se ne erano andati solo dopo l’intervento di guardie armate di sicurezza. Veloso aveva avvisato che i nuotatori, che hanno ripetutamente modificato le loro versioni sull’accaduto, rischiavano un'incriminazione per falsa testimonianza e atti vandalici. Il Comitato olimpico statunitense ha confermato la versione dei fatti fornita da Veloso sottolineando che il comportamento di quegli atleti non è accettabile né rappresenta i valori della squadra statunitense.
Il Cio accetta le scuse: «Voltiamo pagina»
«Il Cio è soddisfatto delle scuse di Lochte. L'episodio ha suscitato reazioni nel paese ma ora possiamo voltare pagina». Così il portavoce del Comitato Olimpico Internazionale, Mark Adams, dopo le scuse del nuotatore americano Ryan Lochte per la storia inventata della rapina, smascherata da un video e diverse testimonianze. «Il popolo brasiliano accetta le scuse di Lochte, e' un capitolo chiuso - ha aggiunto Mario Andrada, il portavoce del Comitato Organizzatore di Rio2016 - Non credo che questo episodio rimarrà come una macchia indelebile di queste Olimpiadi, che saranno invece ricordate per gli ori di Phelps e di Lochte e per la splendida atmosfera in cui si sono disputate».
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