RIO DE JANEIRO - «Positivo, oltre le aspettative». Giovanni Malagò finalmente abbozza un sorriso disteso. Sports Illustrated, che ci attribuiva giusto una ventina di medaglie e solo 6 ori, è servito. Il presidente del Coni è più che soddisfatto per il bottino che ci portiamo a casa da Rio de Janeiro. Le medaglie complessive sono 28, le stesse di Londra 2012 e una in più rispetto a Pechino 2008. Gli ori sono otto, gli stessi delle ultime due edizioni, due in meno rispetto ad Atene 2004 e cinque in meno rispetto ad Atlanta 1996 e Sydney 2000. Come a Pechino e Londra, l'Italia si è classificata nona nel medagliere, restando quindi nel G10 dello sport mondiale. Otto medaglie arrivano dagli sport d'acqua, 7 dal tiro, 3 dagli sport di squadra (tutti sul podio tranne le ragazze del volley). E gli 8 ori hanno una età media di 25 anni: medaglie preziose per oggi, ma anche per domani. Questo il nostro bilancio disciplina per disciplina.
- ARCO. Dall'arco azzurro ci si aspettava decisamente qualcosa di più, in particolare dalle due squadre. Quella maschile, che difendeva l'oro di Londra, è uscita ai quarti contro la Cina, quella femminile (al centro delle polemiche per il famigerato titolo giornalistico dedicato alle nostre arciere “cicciottelle”) è arrivata fino alla finale per il bronzo perdendola contro Taiwan.
- ATLETICA LEGGERA. L'atletica leggera italiana ha conosciuto il momento più basso degli ultimi 60 anni di Olimpiadi. L'ultima volta senza un azzurro a medaglia risale a Melbourne '56. In precedenza era capitato solo a Parigi 1900 ed Amsterdam 1928. Il quarto posto di Antonella Palmisano nella marcia ed altri quattro piazzamenti nei primi otto non possono salvare la spedizione. Peccato per Alessia Trost, che nel salto in alto, senza le russe, ha sprecato l'occasione della vita.
- BADMINTON. Si è conclusa molto presto l'esperienza olimpica di Janine Cicognini, due incontri e due sconfitte.
- BEACH VOLLEY. Daniele Lupo e Paolo Nicolai hanno fatto sognare sulla spiaggia di Copacabana, sotto il diluvio, conquistando un prezioso argento, contro la coppia più forte al mondo, i verdeoro Allison-Bruno. L'obiettivo ora è la rivincita a Tokyo 2020.
- CANOA. È mancato l'acuto sia nello slalom che nello sprint. I migliori piazzamenti un settimo (Giovanni De Gennaro nella canoa fluviale, dove difendevamo l'oro di Londra di Molmenti, non qualificatosi per i Giochi) ed un sesto posto (Manfredi Rizza).
- CANOTTAGGIO. Sulle acque ferme di Lagoa, sul gradino più basso del podio sono saliti Matteo Castaldo, Matteo Lodo, Domenico Montrone e Giuseppe Vicino nel 4 senza, e Marco Di Costanzo e Giovanni Abagnale nel 2 senza. Due bronzi che ci mantengono nel medagliere di una disciplina che vede crescere potenze e sorprese (vedi Sudafrica e Nuova Zelanda).
- CICLISMO. Emozionante l'oro nell'Omnium su pista ed importante il bronzo nella prova in linea femminile. Il merito va ad Elia Viviani autore di un'impresa epica (con tanto di brividi da caduta…) sul parquet del velodromo e ad Elisa Lungo Borghini, brava ad acciuffare il podio sul lungomare di Copacabana, lì dove per pura sfortuna non è arrivato Vincenzo Nibali, forse il più grande rimpianto azzurro di questi Giochi.
- EQUITAZIONE. Tra dressage, salto e cross country, i cavalieri italiani hanno faticato parecchio e i piazzamenti sono stati modesti.
- GINNASTICA ARTISTICA. Vanessa Ferrari ha conosciuto per la seconda volta consecutiva la crudeltà del quarto posto nel completo. Ha finito tra lo sconforto e le lacrime, ma se a Londra la giuria c'aveva messo del suo, stavolta la nostra campionessa non è stata impeccabile. «Insieme alle farfalle della ritmica, è stato il mio dispiacere più grande, perché Vanessa avrebbe meritato il podio per tutto quello che ha dato allo sport italiano», ha detto Malagò.
- GINNASTICA RITMICA. Le azzurre si sono fermate tra le lacrime ai piedi del podio. Peccato, ma la stagione era stata all'insegna degli alti e bassi, per una squadra che si è rinnovata profondamente nel corso dell'ultimo quadriennio olimpico.
- GOLF. Esperienza da dimenticare per i quattro azzurri, tutti lontani dai migliori.
- LOTTA. Tutti si aspettavano l'oro di Frank Chamizo nella lotta libera ma alla fine è arrivato comunque un buon bronzo. Il lottatore di origini cubane è stato eliminato in semifinale con più di un rammarico, e di una polemica….
- JUDO. Lo judo italiano da Mosca '80 non ha mai tradito. Sul tatami della Carioca Arena 2, Fabio Basile ha conquistato il titolo nella categoria dei 66 chilogrammi centrando così la 200esima medaglia d'oro italiana ai Giochi estivi, e Odette Giufrida l'argento nei 52 kg.
- NUOTO. L'immenso Gregorio Paltrinieri ha compiuto una delle imprese più belle della storia dello sport italiano. Greg si è preso l'oro dei 1500 stile libero in una gara dominata sin dall'inizio e dove ha nuotato a lungo sotto il record del mondo. Gabriele Detti torna da Rio con due medaglie, entrambe di bronzo, quella nella gara più lunga in vasca e quella sui 400 stile libero. Medaglia d'argento anche dal gran fondo con Rachele Bruni. Infine, Federica Pellegrini, l'alfiere azzurro a Rio: Fede ha dato tutto, ma il quarto posto suo 200 stile libero è pieno di rimpianti. Poca gloria anche per il nuoto sincronizzato.
- PALLANUOTO. Più di così alla pallanuoto italiana non si poteva chiedere. Argento per il Setterosa e bronzo per il Settebello sono il prosieguo di una storica e gloriosa tradizione. Stati Uniti per le ragazze e Serbia per gli uomini sono ancora un passo avanti, ma su queste medaglie si può costruire il futuro, anche se alcuni “big” (Frassinetti, Di Mario, Tempesti) lasceranno l'azzurro.
- PALLAVOLO. L'Italvolley sognava l'oro ma alla fine è arrivato l'argento al termine di un torneo impeccabile sotto l'aspetto gestionale e della qualità del gioco. In finale hanno ceduto al Brasile nella bolgia verdeoro del Maracanazinho: può starci, anche se pure qui il sogno è sembrato vicinissimo. Molto deludenti le donne: qualcosa si è rotto nel gruppo quarto ai Mondiali di due anni fa e protagonista di una splendida qualificazione olimpica.
- PENTATHLON MODERNO. Riccardo De Luca ha perso la medaglia di bronzo d'un soffio. Un quarto posto amaro a soli due secondi ritardo.
- PUGILATO. Una delle principali delusioni a Rio. Sette atleti, tra cui anche la prima donna ai Giochi (Irma Testa), tutti eliminati troppo presto. Pesa anche qualche decisione arbitrale discutibile ma serve dare nuova linfa al movimento.
- SCHERMA. La scherma è sempre una miniera di medaglie. L'oro di Daniele Garozzo e l'argento della Di Francisca nel fioretto, uniti agli argenti di Fiamingo nella spada e della squadra maschile della spada, sono un bilancio più che buono che confermano l'eccellente scuola italiana nelle varie armi. L'unica ad essere mancata la Errigo nel fioretto, ma pesa anche il flop della squadra maschile nella stessa arma, oltre ad aver pagato un regolamento scellerato che ci ha privato delle squadre di fioretto femminile e sciabola uomini.
- SOLLEVAMENTO PESI. Non poteva chiedere di più Mirco Scarantino in uno sport dominato dai pesisti dei Paesi dell'Asia centrale.
- TENNIS. Il cammino nei tabelloni olimpici degli azzurri si è fermato ai quarti di finale. Risultato deludente. Roberta Vinci e Fabio Fognini nel misto e Vinci-Sara Errani nel femminile, non sono andati tanto lontani, e proprio il doppio femminile aveva invece un'autostrada aperta verso la medaglia. Fognini è uscito al terzo turno eliminato da Murray, come al solito dopo aver dato in escandescenze con l'arbitro.
- TIRO A VOLO. Con cinque medaglie, il tiro a volo è stata la federazione che ha portato il più alto numero di medaglie all'Italia. Resterà per sempre memorabile la finale dello skeet con tanto di spareggio tra Diana Bacosi, poi oro, e Chiara Cainero, argento. Oro, sempre nello skeet, anche Gabriele Rossetti, a proseguire la tradizione di famiglia (il padre Bruno bronzo nel '92). Argento per Giovanni Pellielo (trap) e Marco Innocenti (double trap).
- TIRO A SEGNO. Con due ori Niccolò Campriani è l'atleta simbolo dell'Italia ai Giochi di Rio. Nicco ha vinto le due gare di carabina quella con bersaglio a 10 metri e quella a 50 dove è stato il più preciso di tutti qualsiasi fosse era la posizione, in piedi, a terra e in ginocchio.
- TRIATHLON. Per gli italiani prestazioni lontane dal podio.
- TUFFI. Erano 36 anni, dal bronzo di Giorgio Cagnotto a Mosca, che l'Italia non vinceva una medaglia olimpica. A riaprire il librone ci ha pensato la figlia Tania che nella piscina tra l'azzurro ed il verde di Rio, si è messa al collo due medaglie che valgono una carriera, il bronzo da sola nel trampolino da tre metri e l'argento assieme a Francesca Dallapè nel sincro. Il modo migliore per chiudere, a 30 anni, una carriera da leggenda.
- VELA. Acque sotto il Pan di Zucchero amare per i velisti e surfisti azzurri, come ha spiegato anche Malagò: «Dai ragazzi della vela mi aspettavo francamente di più, perché hanno lavorato molto e sono arrivati a un passo dalla medaglia, ma poi sono mancati nel momento decisivo». Flavia Tartaglini aveva fatto sperare nel windsurf, come anche Vittorio Bissaro e Silvia Sicouri nella classe Nacra, ma hanno poi ceduto nella medal race.
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