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Italia-Cina, obiettivo export e investimenti

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IL G20 IN CINA

Italia-Cina, obiettivo export e investimenti

Alleanza strategica. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, con il presidente cinese Xi Jinping. (LaPresse)
Alleanza strategica. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, con il presidente cinese Xi Jinping. (LaPresse)

Ritorna in Cina dopo due anni Matteo Renzi. Ritrova un Paese che corre sempre di più verso il futuro ma questa volta, rispetto al 2014, può presentare il volto economico di un’Italia che non ha più una crescita di -2 ma un segno positivo nel Pil, anche se di poco. È l’Italia delle riforme che il premier italiano ha raccontato al presidente cinese Xi Jinping che lo accoglie all’arrivo a Hangzhou (anche per esprimere il suo cordoglio per il terremoto) alla vigilia della partecipazione al primo G20 cinese. L’Italia che Renzi ha spiegato, poi, nel dettaglio, al gotha degli imprenditori cinesi che investono nel nostro Paese e, più tardi, agli studenti dell’Università Tongji di Shangai. È l’Italia che illustrerà stamattina a Jack Ma patron del portale di commercio Alibaba nel campus alle porte di Hangzhou.

È prevista oggi la firma di un accordo innovativo con Alibaba che estenderà non solo al vino ma anche ad altri prodotti del made in Italy la possibilità di entrare nel portale sfruttando tutte le potenzialità di un mercato veramente globalizzato. «Fino all’anno scorso – ha precisato Renzi parlando agli imprenditori italiani – erano solo due le realtà italiane presenti su Alibaba, ora arriveremo a 48-49». Il cambio di passo è avvenuto con l’accordo raggiunto nell’ultimo Vinitaly di Verona durante un faccia a faccia tra Renzi e Jack Ma che prevede il lancio, per il 9 settembre prossimo, delle vendite di alcuni vini nel portale. Un giorno scelto non a caso perché 9 settembre in cinese ha lo stesso suono del nome vino. Ma il cammino, ha sottolineato il premier, è ancora lungo: l’interscambio è ancora troppo basso considerata la dimensione delle due economie.

Ieri, prima della tappa a Shanghai, Renzi aveva incontrato un buon numero di imprenditori e uomini d’affari cinesi che hanno rapporti con l’Italia o che sono interessati a realizzare nuovi investimenti nel nostro Paese come – si veda anche altro articolo in pagina – il presidente della Bank of China, il presidente di Vanke, il presidente di State Grid of China (che ha realizzato l’investimento in Reti Gas con Cdp) e quello della National Chemical Corporation. Presente anche il presidente della grande corporation degli elettrodomestici Suning Holdings, Jingdong, attuale azionista dell’Inter. Tutti hanno espresso grande apprezzamento e interesse per il cammino delle riforme avviato nel nostro Paese come aveva già fatto il presidente Xi Jinping.

Attenti e silenziosi i giovani studenti dell’Università Tongji di Shanghai che hanno ascoltato da Renzi il racconto di un Paese che riuscirà a cogliere le opportunità che ha di fronte «se solo smetterà di piangersi addosso e fare le riforme». Renzi ha spiegato perché sempre più spesso comincia le visite internazionali dalle Università come quella di Shanghai che ha stretto gemellaggi con 17 atenei italiani (a cominciare da Bologna e Firenze). Il futuro, ha osservato, «passa dalla formazione e dalla cultura e Italia e Cina sono gelose custodi del loro passato ma insieme vogliono guardare all’innovazione e al futuro». Il presidente del Consiglio non è entrato troppo nel dettaglio sui numeri dell’economia italiana con gli studenti e più tardi con un nutrito gruppo di imprenditori italiani attivi in Cina. «C’è – ha però ricordato – una discussione sulla crescita, perché c’è chi dice che una crescita dello zero virgola è ancora bassa. Il che è vero, ma chi lo dice ignora che fino a due anni fa l’Italia stava a meno due di crescita del Pil».

Infine il congedo ai giovani con poche battute sulle sfide che hanno di fronte: «Chi fallisce – ha detto - non è uno sfigato ma uno che ci ha provato e che la volta dopo dovrà fare meglio. Da noi troppe volte viene visto come un peccato, nella Silicon Valley come un tentativo».

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