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Dossier Martina Caironi: «In Brasile voglio divertirmi»

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Dossier | N. 97 articoliOlimpiadi e Paralimpiadi di Rio 2016

Martina Caironi: «In Brasile voglio divertirmi»

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Alcune vite alle spalle e tanti record in bacheca. A 26 anni, Martina Caironi è la più forte sprinter paralimpica del pianeta, è la prima, e per ora unica donna al mondo amputata sopra il ginocchio, a correre i 100 metri in meno di 15”. Il record, l’ultimo della collezione, risale ai Mondiali di Doha, in Qatar, di un anno fa: 14”61 per sgretolare 100 metri. E ai Giochi paralimpici di Rio, Martina sarà la portabandiera dell’Italia: «È stata un’emozione inaspettata – ricorda – una sorpresa che mi ha colto in un pomeriggio romano di sole».

Anche l’atleta di Alzano Lombardo, allegra, sorridente, vivace, è un raggio di sole, che vede sempre il bicchiere mezzo pieno. Così è riuscita a rinascere a nuova vita dopo l’incidente in motorino che nel novembre 2007, a 18 anni, le portò via la gamba sinistra. Era al centro per le protesi di Budrio, nel Bolognese, vede le foto di atleti amputati e macina pensieri su come riappropriarsi velocemente di tutto quel che aveva perso. Camminare, camminare ancora più veloce, e poi correre, fino all’oro di Londra 2012 e a essere l’atleta da battere a Rio: «In Brasile – confessa – mi aspetto di fare qualcosa di nuovo, di divertirmi e dare il massimo. Essere la donna più veloce al mondo nella mia categoria mi fa sentire una trascinatrice».

Questo spirito ha colpito anche Simone Saponieri, compagno di Martina alle scuole medie, che ha deciso, dopo aver ritrovato l’amica a distanza di anni, di realizzare un film sulla vita, le fatiche, la voglia di correre di Martina: «Avevo letto una sua intervista – dice il regista – in cui raccontava che l’emozione più grande, alla prima corsa dopo l’incidente, era sentire l’aria sul viso». E questo sarà il titolo del film che Saponieri, in collaborazione con Michele Cherchi Palmieri e Riccardo Baldoni, sta costruendo da un anno. Hanno condiviso la quotidianità e la vita sportiva di Martina, hanno raccolto ore di girato. Ora la seguiranno a Rio ed entro il 2017 sperano di presentare il film, che ha trovato l’appoggio della Oki Doki Film e di oltre un centinaio di persone che hanno aderito alla campagna di crowdfunding offrendo quasi 10mila euro. Serviranno per il film e «per raccontare a tutti la forza di Martina». Perché dalla forza nasce forza per altre persone.

Martina, che crede nel rispetto della diversità e nella sincerità dei rapporti, è già nella sua camera al villaggio olimpico di Rio: si allena, condivide la mensa con decine di ragazzi da tutto il mondo, legge la sua guida del Brasile perché a fine Giochi si regalerà due settimane nel grande continente brasiliano e non smette di ascoltare Miracle worker-SuperHeavy: «Mi piace molto perché il video mi gasa davvero un sacco e in più perché nasce dalla collaborazione di artisti del calibro di Mick Jagger, Joss Stone e Damian Marley». E perché quei versi “In an emergency I’m very well prepared / my scalpel, mask end gloves; don’t ever get too scared” sono la sua vita, il suo insegnamento a tutti noi: nei momenti difficili non essere spaventato. Proprio così, non avere paura.

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