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Migranti, Anci al Viminale: cinque condizioni per accoglienza diffusa

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il vertice

Migranti, Anci al Viminale: cinque condizioni per accoglienza diffusa

«Serve un salto di qualità in grado di garantire un sistema di accoglienza dei migranti più ampio, che veda come protagonisti i sindaci, fondato su una distribuzione più diffusa finalizzata a evitare un eccessivo addensamento su poche realtà». Lo ha detto il presidente dell'Anci, Piero Fassino, al termine di un incontro al Viminale con il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, con il sottosegretario Domenico Manzione e con il capo del dipartimento libertà civili e immigrazione, Mario Morcone. «Oggi registriamo - ha spiegato Fassino, che le persone accolte sono concentrate in un numero limitato di comuni e il conseguente addensamento crea disagi evidenti, incidendo sia sulla capacità che sulla qualità dell'accoglienza». Per concretizzare questo nuovo sistema di accoglienza diffusa «secondo noi servono cinque condizioni, condivise anche dal ministero».

Fassino ad Alfano: 5 condizioni piano accoglienza
Queste le cinque condizioni sottoposte dall’Anci al Ministero: il sistema deve far leva sui sindaci, «che non possono essere semplicemente destinatari di flussi decisi dalle prefetture»; la distribuzione inoltre, ha proseguito il presidente dell’Anci, «deve essere basata sul criterio di proporzionalità che tenga conto delle dimensioni demografiche dei comuni ospitanti. Oggi ciò non avviene e ci sono casi clamorosi di piccoli comuni che si sono visti collocare dai prefetti nuclei consistenti di ospiti»; serve inoltre che i comuni disponibili all'accoglienza possano beneficiare di meccanismi premianti e incentivanti: ad esempio, ha osservato Fassino, «superando il blocco delle assunzioni di personale che attualmente grava sui comuni»; le persone ospitate, inoltre, devono essere impegnate in lavori socialmente utili; e infine, ha aggiunto il presidente dell’Anci, «i comuni disponibili ad accogliere secondo il modello Sprar (il sistema di accoglienza coordinato dall’Anci) non devono essere destinatari di ulteriori invii da parte delle prefetture».

Salvini: su caserma Montello pronti a blocchi
Intanto dal leader della Lega Matteo Salvini continuano a partire bordate al governo sulla gestione immigrazione. E annuncia che per evitare che i richiedenti asilo vengano ospitati nella caserma Montello di Milano «faremo il possibile, magari anche bloccando le strade». Di sicuro, ha assicurato Salvini nel corso di un presidio, per la Montello «faremo tutto ciò che è umanamente possibile perché in questa caserma ci siano le guardie, non potenziali ladri». A Beppe Sala (sindaco di Milano, ndr) non daremo un attimo di tregua». «Il punto - ha aggiunto - è non far più arrivare i clandestini in Italia e cominciare a respingerli, cosa che in Italia non si fa». E ha concluso: «Aspetto il momento in cui gli uomini in divisa scenderanno in piazza e ci daranno ragione perché a quel punto la partita». l'abbiamo vinta».

Favoreggiamento immigrazione, 21 ordinanze arresto
Stamattina nelle province di Como e Milano, nonché in Belgio, Svezia e
Francia, investigatori della Polizia di Stato - Servizio Centrale Operativo (Sco) e Squadra mobile di Como - e delle polizie coinvolte hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 21 persone ritenute responsabili del reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, aggravato dal carattere transnazionale delle condotte criminose. Le indagini, avviate nell'ottobre 2015 e supportate da attività tecniche, hanno consentito di
raccogliere gravi elementi indiziari a carico di un gruppo criminale, composto da 16 siriani, 2 tunisini, un algerino, un libanese ed un egiziano, che, operando in diversi Paesi europei, ha organizzato, traendone ingenti profitti economici, il
trasferimento, dall'Ungheria soprattutto verso l'Austria e la Germania, di centinaia di migranti, perlopiù di nazionalità siriana e in fuga dalle aree in cui si sta combattendo in Siria.

L'inchiesta ha permesso, tra le altre cose, di ricostruire le attività e le dinamiche criminali del gruppo che, approfittando dell'imponente flusso migratorio registratosi lo scorso anno sulla rotta balcanica, ha realizzato un complesso meccanismo per il trasporto degli stranieri con vetture private. Gli indagati, infatti, hanno impiegato circa 300 veicoli intestati a diverse società di comodo, avvalendosi di una vasta rete di passeur, di varie nazionalità (anche italiana), un centinaio dei quali già identificati e, in parte, arrestati, in flagranza di reato, anche nell'ambito delle connesse attività condotte dalle
autorità tedesche e austriache.

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