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Renzi: in manovra aiuti a pensioni e sblocco contratti Pa. Referendum…

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Renzi: in manovra aiuti a pensioni e sblocco contratti Pa. Referendum tra il 15 novembre e il 5 dicembre

Confermati gli interventi sulle pensioni, due nuovi annunci sugli stipendi della Pubblica amministrazione e sulle partite Iva, un’indicazione (ma non ancora la data) sul referendum costituzionale. Matteo Renzi da Porta a Porta anticipa una serie di misure che faranno parte della prossima legge di stabilità e detta l’agenda di autunno.

Nel corso della registrazione della puntata, in onda stasera, il presidente del Consiglio certifica che nella legge di bilancio compariranno due misure sulle pensioni. «Noi abbiamo dato il primo anno 80 euro a chi stava sotto i 1500 euro. L'anno dopo l'abbiamo fatto per le forze dell'ordine e di sicurezza. Per noi è una misura di equità. Sicuramente ci sarà un intervento di aiuto a chi prende poco di pensione. Lo avevamo promesso e annunciato e sarà nella manovra. Metteremo più denari in tasca a chi di pensione prende poco poco». Entrando nel dettaglio uno degli interventi servirà a dare un po' più una mano sulla pensione minima. C'è una misura del governo Prodi che era una sorta di quattordicesima per chi prende meno di 750 euro. Non è di 80 euro, ma di circa 50 euro al mese. Noi pensiamo di orientarci più su una misura del genere”. L'altra misura sulla pensioni prevede «di dare una mano a chi vuole uscire prima» dal lavoro. «Tutti quelli che stanno a tre anni dalla pensione possono decidere autonomamente di andarsene, se rinunciano a una piccola somma, che dipende da caso per caso. Ad esempio se uno prende 1500 euro al mese, se accetta di andare con 1470 euro, può andare via prima. È un esempio».

Il premier promette anche interventi su retribuzioni dei dipendenti pubblici e partite Iva. «Da sette anni i dipendenti pubblici hanno il contratto bloccato - dice il premier - Lavoriamo perché nella legge di Stabilità sia sbloccato il loro adeguamento salariale». Renzi annuncia poi che verranno tagliati i contributi per le Partite Iva non iscritte agli ordini, una platea di 500 mila persone.

Dico litighiamo su tutto ma non su Casa Italia
«A tutte le forze politiche dico: la smettiamo di litigare su questo, litighiamo su tutto ma non sul progetto Casa Italia. Possiamo fare un percorso bipartisan tutti insieme. Su Casa Italia, scegliendo i migliori, si può dimostrare che siamo i numeri uno sull'emergenza ma anche sulla prevenzione?». Per Renzi «la serietà dell'approccio, anche sull'Aquila, è una garanzia. Il punto è ricostruire bene. Quello che manca, e oggi abbiamo chiamato a Palazzo Chigi tutti, è una operazione per il futuro. Il mio sogno è che Casa Italia sia qualcosa in cui ci riconosciamo tutti». Il premier chiama direttamente in causa il 65 per cento di sconto fiscale per fare i lavori di ristrutturazione. «Ma il bonus non lo utilizza quasi nessuno perché non c'è la cultura della prevenzione. Il bonus al 65 per cento, non soltanto va dato dal punto di vista fiscale, il punto interessante in prospettiva è che accanto a questo lavoro ci sia una base scientifica». E nel giro «di un decennio riusciremo a cambiare totalmente cultura nel nostro Paese. Su questo tema niente scherzi, lavoriamo insieme». Nessuna quantificazione su quanto potrà servire per la messa in sicurezza del territorio. «Il problema non sono i soldi: ci sono, bisogna spenderli bene ed evitare che la gente ci mangi sopra, che siano fatti interventi a capocchia. Non ho detto cifre, non inizierò a farlo adesso».

Non sforeremo deficit/Pil, rimarremo al 2,3-2,4%
Nel 2016 «non sforeremo il 3%» nel rapporto deficit/Pil. Per il presidente del Consiglio si tratta di una questione di «credibilità». La previsione di Renzi è che «rimarremo al 2,3-2,4%».

Per Mps penso aumento di capitale entro l'anno
«Ci sono le condizioni, secondo me, che entro l'anno ci sarà l'aumento di capitale e penso che avrà successo”. Così il presidente del Consiglio sulla questione che vede al centro il futuro del Monte dei Paschi di Siena. Anche «UniCredit sta facendo una riflessione sul suo futuro» e forse «farà un aumento di capitale», «le altre banche» devono procedere «insieme», tiene a dire ancora Renzi auspicando «meno cda e meno poltrone».

Dimissioni? Non ci ho ripensato, ma non parlo
Non dice più che se perde il referendum si dimette, ci ha ripensato? «Non ci ho ripensato. Il punto è un altro. Dal giorno dopo che l'ho detto tutti a dire 'sbaglia a personalizzare», che voglio fare un plebiscito. Io ho detto solo che non parlo più del mio futuro, non lo faccio nemmeno questa sera. Questo referendum non riguarda il futuro di una singola persona, ma la possibilità di ridurre i numeri delle poltrone, che solo la Camera abbia il potere di dare fiducia al governo, la semplificazione». E per chiudere il discorso «io penso che il referendum lo vinceremo, non parlo più di quello che succederà a me in caso di sconfitta». «Direi a naso» che si voterà per il referendum «tra il 15 novembre e il 5 dicembre», annuncia il presidente del Consiglio, confermando quindi lo slittamento della consultazione referendaria sulla riforma costituzionale che abolisce il bicameralismo perfetto. Importante apertura sull’Italicum, che si dice «pronto a cambiare se ci sono i numeri in Parlamento», indipendentemente dal pronunciamento della Corte costituzionale il prossimo 4 ottobre.

A Roma mai viste tante bugie insieme
«Scene tristi, indecorose per tutti. Mai viste tante bugie tutte insieme, ma da italiano e da presidente del Consiglio sono dispiaciuto, e sono dispiaciuto che se Roma non si smuove perde la gigantesca opportunità per la città delle Olimpiadi». Sono le riflessioni di Renzi sulla situazione della giunta capitolina. Il premier puntualizza di non aderire alla «logica politica» di chi trae vantaggio dalle sconfitte degli avversari. «A me dispiace. Virginia Raggi è il sindaco di Roma e se fa bella figura, fa bella figura Roma». E, comunque, il M5S «non è finito». Riferendosi alle reazioni dei pentastellati all’indagine avviata nei confronti dell’assessore capitolino Paola Muraro, «quello che fa un po’ storcere il naso è quell’atteggiamento di doppia morale, speriamo che finisca».

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