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Italicum: Renzi apre, trattativa in salita

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Italicum: Renzi apre, trattativa in salita

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi (LaPresse)
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi (LaPresse)

Per ora sembra più un gioco tattico che l’impostazione di una vera e propria trattativa sulle possibili modifiche all’Italicum. Il premier Matteo Renzi assicura che la sua «la sua apertura è vera e sincera» a prescindere dall’esito della pronuncia della Consulta del 4 ottobre. Lo ha detto nei giorni scorsi e lo ha ripetuto anche ieri rispondendio indirettamente anche all’nvito riviltogli dall’ex capo dello Stato Napolitano, che dopo aver difeso la riforma costituzionale ha invitato il Capo del Governo a prendere l’iniziativa per intervenire sulla legge elettorale.

In un’intervista a «Repubblica» Napolitano sottolinea che lo scenario, rispetto a due anni fa, sia in Italia che in Europa, è cambiato. L’ascesa di nuovi partiti ha rotto il gioco che vedeva competere solo due schieramenti (centrodestra e centrosinistra) «con il rischio che vada al ballottaggio previsto dall’Italicum e vinca chi al primo turno ha ricevuto una base troppo scarsa di legittimazione col voto popolare. Si rischia di consegnare il 54% dei seggi a chi al primo turno ha preso molto meno del 40% dei voti».

Il Pd non è sordo al richiamo di Napolitano. «Se c’è una volontà di merito dei partiti non ci sottraiamo», conferma il vicesegretario Lorenzo Guerini anche se il capogruppo dem al Senato Luigi Zanda sottolinea che «occorrono i numeri in Parlamento». Numeri che al momento non ci sono anche se il leader di Ap Angelino Alfano si è mostrato disponibile a intervenire per migliorare l’Italicum«con una maggioranza il più larga possibile». Ma nessuno nell’opposizione, da Fi alla Lega al M5s, è intenzionato a offrire sponde a Renzi e al Pd prima del referendum e. Lo si è capito anche dalla reazione alle parole di Napolitano. «È un anziano comunista traditore dei cittadini», attacca Matteo Salvini mentre un post pubblicato sul blog di Beppe Grillo affonda: «Per non far perdereil Pd, Napolitano vuole cambiare l’Italicum».

La minoranza dem continua a chiedere a Renzi una iniziativa chiara. «Le parole di Renzi sonouna buona notizia ma sia coerente. Non basta dire adesso se ne occupi il Parlamento», avverte Gianni Cuperlo mentre Roberto Speranza ha già anticipato che in caso contrario la minoranza al referendum costituzionale si schiererà per il No. Ma trovare la quadra è tutt’altro che semplice. La minoranza dem vorrebbe un ritorno ai collegi uninominali che però non sono mai piaciuti ai centristi della maggioranza, che puntano invece a un sistema proporzionale.

Renzi da parte sua ha già detto che quale che sia la modifica deve essere garantito la sera dello scrutinio chi ha vinto, per escludere ipotesi di nuove larghe intese. Il premier questo pomeriggio sarà a Catania per la chiusura della Festa dell’Unità. La minoraza dem si attende che concretizzi la sua apertura. «Dica: faremo così, in un mese e mezzo si risolve il problema», sostiene il bersaniano Nico Stumpo. «Noi abbiamo lanostra proposta ed entro il mese depositeremo il testo in Parlamento», annuncia poi Federico Fornaro. Nel frattempo Maria Elena Boschi è tornata a garantire che la legge sull’elezione dei futuri senatori si farà certamente entro la legislatura.