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Giunta Raggi, slitta la nomina di Tutino al Bilancio

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COMUNE DI ROMA

Giunta Raggi, slitta la nomina di Tutino al Bilancio

Un magistrato responsabile dei conti capitolini. La scelta della sindaca di Roma Virginia Raggi, come anticipato oggi sul Sole 24 Ore, sarebbe caduta sul magistrato contabile Salvatore Tutino, oggi in pensione, esperto in evasione fiscale, come successore di Marcello Minenna dimessosi a inizio settembre. Inizialmente, Raggi aveva optato per un altro magistrato, Raffaele De Dominicis, su cui poi ha fatto subito dietrofront, dopo la notizia di una indagine a suo carico. In un primo momento si è parlato di una nomina in arrivo oggi o al massimo domani dal palco della Festa dell’Italia a Cinquestelle a Palermo, alla quale parteciperà anche la sindaca Raggi. Ma in serata è filtrata dal Campidoglio la notizia che la nomina sarà ufficializzata solo la prossima settimana. Ancora aperta, ma in via di chiusura, la partita dell’assessorato alle Partecipate. Altro posto vacante è quello del capo di gabinetto, dopo il forfait della magistrata Carla Raineri.

Tutino assessore al Bilancio prossima settimana
Tutino, dal 2013 consigliere della Corte dei Conti, nominato dal governo Letta, è anche un economista e un esperto di questioni fiscali. Ha a lungo collaborato con il Cer (Centro Europa Ricerche) ed è stato direttore del Secit, Servizio centrale ispettivo tributario. È stato individuato tra una rosa di nomi i cui curricula sono stati vagliati attentamente in questi giorni dalla sindaca. La quadra sul nome del nuovo titolare dell’assessorato chiave dell’amministrazione capitolina è stata trovata a poco più di venti giorni dalle dimissioni di Marcello Minenna, il dirigente Consob che ha lasciato Palazzo Senatorio il primo settembre, stesso giorno delle dimissioni del capo di gabinetto Carla Raineri.

Quando Di Battista attaccava Tutino: uomo della casta
Ma sulla scelta di Tutino pesa un’incognita. Contro di lui si erano scagliati con foga i vertici M5s. Il post è vecchio, fine 2013, ma è durissimo. L’autore è Alessandro Di Battista, membro del direttorio M5S tra i volti più amati del Movimento.

Nel mirino la nomina del magistrato Salvatore Tutino -oggi in volata verso l'assessorato al Bilancio della giunta Raggi - a consigliere della Corte dei Conti. «Nella legge di stabilità - scriveva Di Battista - si introduce un tetto massimo di 300.000 euro ai redditi per i dipendenti pubblici. Le amministrazioni non potranno quindi erogare stipendi che, cumulati con quelli già percepiti come pensioni (compresi i vitalizi, conseguenti anche a funzioni elettive), superino questo tetto. In questo modo non viene previsto un divieto di cumulo, ma viene posto un importo massimo. Sono fatti salvi i contratti in corso alla data di approvazione della legge. Ecco perché stamattina - accusava all’epoca l’esponente grillino - il Cdm si è riunito in fretta e furia: doveva nominare cinque esponenti della casta per fare in modo che prendessero la poltrona prima dell’entrata in vigore della Legge di stabilità». Seguivano i nomi incriminati, nominati dal Cdm su proposta dell’allora premier Enrico Letta, tra i quali quello di Salvatore Tutino.

No di Raggi ai Giochi 2024, per Renzi caso chiuso
Archiviata invece la vicenda Olimpiadi, dopo il “veto” di Virginia Raggi e dopo che il premier Matteo Renzi ha parlato di «vicenda chiusa» perché «non si possono fare Olimpiadi contro la città che le ospita». Il premier ha stoppato un eventuale piano B sulla candidatura olimpica di Roma ma ha attaccato i Cinque
Stelle: «È come se i grillini avessero detto: non siamo in grado di cambiare le cose». Ed anche il presidente del Coni Giovanni Malagò ha escluso un piano alternativo. Manca solo a questo punto l’ultimo passo formale, con la mozione che dovrebbe essere votata in Aula Giulio Cesare martedì prossimo per ritirare ufficialmente il sostegno del Campidoglio alla candidatura di Roma ai Giochi 2024.

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