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Ddl penale, Orlando: «Fiducia possibile». Davigo (Anm): «Riforme inutili se non dannose»

«Riforme condivise sulla giustizia? No, nell’ipotesi migliore sono inutile se non dannose». Lo ha detto il presidente dell'Anm Piercamillo Davigo interpellato a
margine di un convegno sui contenuti del ddl penale in discussione al Senato. Davigo ha espresso critiche in particolare sulla misura che prevede che i procuratori generali debbano avocare i procedimenti se entro tre mesi dalla chiusura indagini non viene fatta richiesta o di archiviazione o di rinvio a giudizio. Critiche anche sulla prescrizione. Critiche alle quali il ministro della Giustizia Andrea Orlando (che ha definito «possibile» il ricorso alla fiducia sul ddl di riforma del processo penale) ha risposto: «Si profilano posizioni diverse, risponderemo nel merito».

Orlando: fiducia su ddl penale? È una possibilità
L’esame del testo del ddl sulla riforma del processo penale è andato finora a rilento in Senato. Oltre 400 gli emendamenti presentati. Ma l’intesa raggiunta nella maggioranza e la ritrovata armonia tra Pd e Ap, dopo che il campo è stato sgombrato da alcuni emendamenti “sgraditi” agli alfaniani, sembra far propendere per un iter parlamentare più spedito. Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, sembra orientato a non chiedere la fiducia subito, senza consentire all'Aula di votare i primi 6 articoli del Ddl, che fra l'altro contengono norme «largamente condivise» (come l'aumento delle pene su furti, scippi e rapine). «La fiducia è una possibilità: vedremo come si sviluppa il dibattito parlamentare» ha detto oggi il ministro, che ha aggiunto: «Io sono per non mettere la fiducia, sono per percorrere tutte le strade per evitarla, ma compatibilmente con un passaggio che al Senato è molto stretto. Sono stati presentati 400 emendamenti che se dovessimo discuterli e votarli tutti non approveremo mai la riforma», ha rilevato il ministro sottolineando il lavoro di mediazione in atto sul testo.

Processo penale e prescrizione, il Senato al giro di boa

Ddl penale, braccio di ferro nella maggioranza
Nei giorni scorsi è andato avanti il braccio di ferro all'interno della maggioranza sul ddl di riforma del processo penale, provvedimento bloccato nell'Aula di palazzo Madama dalle continue in assenza del numero legale, nel corso della discussione generale.

“Sono stati presentati 400 emendamenti che se dovessimo discuterli e votarli tutti non approveremo mai la riforma”

Andrea Orlando, ministro della Giustizia 

Alla fine il Guardasigilli ha incassato l’impegno di Ap di votare il testo della commissione e, a sua volta, si è impegnato a non modificarlo sulla prescrizione, tant'è che sono stati ritirati i due emendamenti del Dem Giuseppe Lumia indigesti al centrodestra (uno sui tempi di prescrizione per l'omicidio colposo in violazione delle norme anti infortunistiche e l'altro sulle notificazioni agli imputati).

Le misure sulla prescrizione approvate
Il testo approvato il 21 luglio dalla Commissione giustizia del Senato prevede la sospensione di 18 mesi dei tempi di prescrizione sia dopo il primo grado di giudizio sia dopo il secondo grado di giudizio. Il testo della Camera prevedeva uno stop ai tempi di prescrizione di massimo due anni dopo il primo
grado di giudizio e di un anno dopo il secondo grado di giudizio.

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