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Muraro accusata di concorso in abuso d’ufficio, indagato ex dg Ama

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rifiuti a roma

Muraro accusata di concorso in abuso d’ufficio, indagato ex dg Ama

Una nuova accusa piomba sull’assessore M5S di Roma, Paola Muraro. Le sollecitazioni a Giovanni Fiscon, ex direttore generale di Ama, per ottenere le note consulenze con la municipalizzata dei rifiuti costano a entrambi l’iscrizione nel registro degli indagati per concorso in abuso d’ufficio.

È un ulteriore capitolo della maxi inchiesta sul «sistema rifiuti» del procuratore aggiunto Paolo Ielo e del sostituto Alberto Galanti. Dopo l’iscrizione per violazione della normativa sui reati ambientali, sono finite nel mirino le consulenze ottenute da Muraro con Ama, attraverso presunti accordi illeciti con gli ex vertici della società controllata dal Campidoglio. L’ipotesi di reato è il cosiddetto abuso d’ufficio in concorso con privati: fattispecie che si configura quando un soggetto estraneo alla Pubblica amministrazione (in questo caso la Muraro), chiede al pubblico ufficiale (Fiscon) un atto in suo favore (l’ottenimento di consulenze). A supporto di questa tesi c’è una telefonata finita nell’inchiesta Mafia Capitale: il primo dicembre 2014 Fiscon chiama la Muraro. Nei brogliacci il dialogo è riassunto con la dicitura «conversazione di carattere privato». Tuttavia il riascolto ha consentito ai pm di accertare le presunte sollecitazioni della Muraro affinché fossero siglati contratti di consulenza con Ama. Tra questi c’è anche quello con cui Fiscon ha affidato alla Muraro l’incarico di perito nei procedimenti penali in cui fosse incappato nella funzione di direttore generale. Stando agli accertamenti, il contratto sarebbe «illecito»: la normativa di riferimento, infatti, prevede che i consulenti nominati nei procedimenti penali possano essere pagati dalle società pubbliche solo in mancanza di dolo o colpa grave nell’accusa al dirigente. Nel caso sotto accertamento, invece, la Muraro sarebbe stata pagata dalla municipalizzata a prescindere dall’accusa. Un contratto ritenuto irregolare anche dall’ex dg di Ama, Alessandro Filippi, che l’ha annullato.

Le grane per la Muraro non sono finite. L'ipotesi che si fa largo è che non fosse una «semplice consulente di Ama», come lei stessa ha detto, ma una «dirigente di fatto» della società pubblica. Una eventualità che, qualora confermata, potrebbe estendere la responsabilità penale dell’attuale assessore. La pista è confermata dalle telefonate intercettate in tre diverse inchieste della Procura di Roma: Mafia Capitale, il primo filone sul «sistema rifiuti» che nel 2014 ha portato agli arresti l’imprenditore Manlio Cerroni, il proprietario dell’impianto «irregolare» di smaltimento rifiuti che la Muraro intendeva utilizzare per uscire dalla crisi rifiuti di luglio, e un’inchiesta del 2008 della Procura di Velletri.

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