Italia

Pensioni, si restringe la platea dell’Ape social

  • Abbonati
  • Accedi
le novità sulla previdenza

Pensioni, si restringe la platea dell’Ape social

Si restringe la platea dell’anticipo pensionistico a costo zero. Dal prossimo 1° maggio (come anticipato il 13 ottobre dal Sole 24 Ore) potranno accedere gratuitamente alla cosiddetta Ape social solo i lavoratori over 63 con un reddito pensionistico inferiore ai 1.350 euro lordi al mese, che risultino disoccupati, disabili o famigliari di disabili, e abbiano maturato almeno 30 anni di contributi. Che salgono a 36 anni, sempre come soglia minima, nel caso di soggetti impegnati in attività gravose per gli ultimi sei anni di contribuzione: operai dell’edilizia, scavatori, maestre o maestri della scuola d’infanzia, infermieri delle sale operatorie, macchinisti, autisti di mezzi pesanti, personale viaggiante, addetti alle pulizie e facchini. La soglia originaria dei 20 anni di contributi è stata dunque fatta salire per l’anticipo a costo zero (resta invariata per l’Ape volontaria e per l’Ape per le ristrutturazioni aziendali). Il Governo ha comunicato questa sua decisione ieri a Palazzo Chigi nel corso dell’incontro tra il sottosegretario alla Presidenza, Tommaso Nannicini, e i sindacati confederali.

Una riunione che ha fatto seguito a quella del 28 settembre in cui il Governo e i leader di Cgil, Cisl e Uil hanno siglato il verbale d’intesa sull’intero pacchetto previdenza destinato a confluire nella legge di Bilancio, oggi sul tavolo del Consiglio dei ministri. Con questi nuovi “paletti contributivi” il flusso delle uscite anticipate dovrebbe essere contenuto tra le 30mila e le 35mila unità l’anno nel primo biennio di sperimentazione dell’Ape. La decisione dell’esecutivo ha provocato le critiche della Cgil, secondo cui il Governo ha cambiato all’ultimo minuto le carte sull’Ape social. Ma non è escluso che prima del varo della prossima manovra, atteso per oggi, ci possa essere qualche altra limatura. «Siamo lavorando al meglio per trovare un punto d’equilibrio», ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. In ogni caso, quello delle pensioni si annuncia già come uno dei temi caldi nella navigazione in Parlamento della prossima legge di bilancio.

Il nuovo elenco di attività gravose avrà una ricaduta anche sulle misure per agevolare l’accesso alla pensione dei lavoratori precoci. In particolare, potranno uscire con 41 anni di contribuzione i lavoratori in possesso di almeno 12 mesi di contributi versati prima del compimento del diciannovesimo anno d’età che siano senza ammortizzatori sociali, disabili o impegnati in attività faticose. Tutti gli altri interventi del pacchetto previdenza (dal bonus quattordicesime alle ricongiunzioni gratuite) sono stati confermati. Il costo complessivo del pacchetto è di poco superiore agli 1,5 miliardi nel 2017 (6 miliardi complessivamente nel triennio) per arrivare a quota 2,5 miliardi nel 2019 in via strutturale.

Potranno usufruire dell’anticipo pensionistico tutti i lavoratori con almeno 63 anni di età (con un anticipo massimo di 3 anni e 7 mesi rispetto agli attuali requisiti di “vecchiaia”) e 20 di contributi nel caso di uscita volontaria o concordata con il datore di lavoro nell’ambito di ristrutturazioni aziendali o di accordi tra azienda e sindacati. Come detto, la soglia contributiva sale a 30-36 anni per l’Ape social, che sarà a costo zero per chi ne beneficerà grazie a un meccanismo di bonus fiscali. L’Ape sarà erogata, con la preventiva certificazione dell’Inps, attraverso un prestito bancario “ponte” assicurato da restituire a rate mensili per 20 anni. L’Ape sarà esente da imposta e verrà erogata ogni mese per 12 mensilità. L’Ape volontaria costerà, sotto forma di rate, tra il 4,5 e il 4,6% per ogni anno di anticipo. Pertanto, nel caso di una pensione certificata dall’Inps di 1.500 euro mensili, con un anticipo di tre anni e sette mesi si avrebbe una rata sulla pensione di circa il 16% (più o meno 240 euro). I lavoratori che già aderiscono o a forme di previdenza complementare potranno “sostenere” l’Ape con la Rita (Rendita temporanea anticipata) usufruendo di appositi sgravi.

Quanto alle altre misure, è confermata l’estensione del bacino delle 14esime ad altri 1,2 milioni di pensionati (la soglia di reddito pensionistico per beneficiarne sale da 750 euro mensili a mille euro) e il rafforzamento dell’assegno per i 2,1 milioni di soggetti che già usufruiscono della mensilità aggiuntiva annuale (con aumento medio del 30%). Confermata anche l’equiparazione della no tax area di tutti i pensionati a quella dei lavoratori dipendenti (8.125 euro) e il cumulo gratuito dei contributi previdenziali maturati in gestioni pensionistiche diverse ai fini della pensione di vecchiaia e anche di quella di anzianità. Previsto inoltre l’accesso semplificato alla pensione per i lavoratori impegnati in attività usuranti. Basterà essere in possesso di uno di questi due requisiti: metà della vita lavorativa impegnata in queste attività o aver svolto mansioni usuranti per 7 anni negli ultimi di 10 anni di lavoro escluso l’ultimo.

© Riproduzione riservata