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I nuovi numeri dell’evasione: 108,7 miliardi all’anno

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IL VALORE DEL SOTTRATTO AL BILANCIO PUBBLICO

I nuovi numeri dell’evasione: 108,7 miliardi all’anno

Poco più di 88,1 miliardi di euro all’anno. È questo il valore delle tasse e dei contributi sottratti al bilancio pubblico dall’evasione. A stimarlo è la nuova relazione sull’economia sommersa messa a punto dalla Commissione ad hoc istituita presso il ministero dell’Economia e guidata dall’ex presidente Istat Enrico Giovannini. Il valore si riferisce alla media 2010-2014, ma se si concentra l’analisi sugli anni 2012 e 2013, gli unici per i quali sono state calcolate le distanze fra i gettiti reali e quelli potenziali di tutte le principali imposte, la cifra sale fino a quota 108,7 miliardi.

Il «tax gap»
Com’è inevitabile quando si tratta di sommerso, i numeri sono frutto di una stima e non di un calcolo puntuale, impossibile. Il metodo del tax gap punta infatti a calcolare i valori imponibili e quindi le imposte che cittadini e imprese avrebbero dovuto versare, e confronta questo dato con le entrate reali registrate nel bilancio pubblico. A separare i due numeri è in larga parte l’evasione, cioè una scelta deliberata di non pagare quanto dovuto, ma una quota minoritaria di mancati incassi è dovuta a errori o problemi nei versamenti. In generale, il tax gap medio si attesta al 34,2%, sottraendo quindi più di un euro ogni tre dovuti, e il 29,4% nasce dall’occultamento di imponibili e imposte, mentre il 4,8% da errori o altri ostacoli ai versamenti

La graduatoria
A livello di singole imposte, la regina dell’evasione è ancora una volta l’Iva, su cui si concentrano le nuove misure di controllo in arrivo con la prossima legge di bilancio. All’imposta sul valore aggiunto i tecnici attribuiscono 39,5 miliardi di mancate entrate, cioè il 36,3% delle entrate che sfuggono al bilancio pubblico. L’imposta più complicata da evadere è invece l’Imu, che essendo legata agli immobili sfugge agli incassi pubblici soprattutto per i fenomeni di abusivismo: se tutti pagassero il dovuto, calcola la relazione, nei bilanci di Comuni e Stato (per la «quota erariale» dell’Imu) entrerebbero 4,6 miliardi in più.

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